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o scorso 28 dicembre nella sede di piazza Castello a To-rino, il vicepresidente della Regione Piemonte Ugo Cavallera

ha sottoscritto tre accordi di pro-gramma relativi alla valorizza-zione dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, nell’ambito del dossier di candidatura dei paesaggi vitivi-nicoli di Langhe – Roero e Monfer-rato a patrimonio mondiale del-l’umanità dell’UNESCO. La sottoscrizione ha riguardato l’accordo di programma tra la Re-gione e la Provincia di Alessandria finalizzato alla “ Valorizzazione del territorio interessato dalla candidatura UNESCO - Stazioni di posta del pae-saggio ”, quello tra la Regione, la Provincia di Asti e i Comuni di Ca-stelletto Molina, Pino d’Asti e Por-tacomaro finalizzato alla “Valoriz-zazione dei territori interessati alla candidatura UNESCO - Paesaggi viti-vinicoli del Piemonte: Langhe Roero e Monferrato” e quello tra la Regione e il Comune di La Morra, finaliz-zato alla” Valorizzazione dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte - Area di ap-profondimento Le Langhe del Barolo ”. La candidatura dei paesaggi vitivi-nicoli di Langhe – Roero e Monfer-rato è l’unica che l’Italia ha soste-nuto nel 2011; il dossier presen-tato a fine gennaio negli uffici dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura di Parigi è attualmente in attesa dell’istruttoria.

Con questo progetto, promosso dal Ministero per i Beni e le Atti-vità Culturali, dalla Regione Pie-monte e dalle Province di Alessan-dria, Asti e Cuneo, si vuole dare un importante e adeguato valore ai paesaggi vitivinicoli delle Langhe, Roero e Monferrato con il coinvol-gimento di oltre 200 comuni total-mente o parzialmente inseriti nel

perimetro territoriale interessato. Luoghi che rappresentano in Pie-monte le aree a più alta vocazione per la presenza di una estensione vitivinicola di eccellenza soprat-tutto dal punto di vista della qua-lità dei vitigni autoctoni. Testimo-nianza eccezionale dello sviluppo e della diversificazione della viti-coltura e della produzione di vini molto noti, il territorio dei Pae-saggi vitivinicoli del Piemonte è costituito da aree caratterizzate dalla frammentazione in migliaia di vigneti privati di piccole dimen-sioni, risalenti alla tarda antichità e al Medioevo.

Le component i del bacino di Langhe-Roero e Monferrato rap-presentano uno straordinario esempio di interazione tra società e ambiente. Nel corso dei secoli i fi-lari di viti, le cascine e le forme di vita tradizionale sono stati integrati in un ambiente rurale, dando vita ad un paesaggio vivente dove ogni trasformazione è dovuta alla deter-minazione dell’uomo nell’ottimiz-zare forma, contenuti e funzioni in relazione alla coltivazione della vite. Oltre a contribuire alla forma-zione del paesaggio nella sua inte-grità complessiva e alle sue qualità

estetiche, le diverse parti si distin-guono per il loro carattere speci-fico, espresso nelle variegate forme di geomorfologia, idrografia, clima e vegetazione, così come nelle tec-niche di coltivazione, e nel carat-tere sociale, architettonico e identi-tario degli insediamenti. L’importanza della vitivinicoltura piemontese rappresenta inoltre un fattore culturale di estrema impor-tanza e complessità nella multi-forme espressione delle tradizioni e del folklore proprio delle varie realtà collinari e montane. La candidatura UNESCO è estre-mamente importante per la Pro-vincia di Alessandria che, in caso di accogliemento della stessa, potrà disporre di uno straordi-nario strumento di valorizzazione del territorio non solo a fini turi-stici, ma soprattutto promozionali per la vastissima gamma di pro-dotti offerti dalla nostra Provincia. Non solo, quindi, un trampolino di lancio di levatura mondiale per la cultura del vino supportata dall’esistenza dei numerosi vitigni autoctoni, dalla capacità dei nostri vignaioli, dalla tipicità dei pae-saggi vitivinicoli e dalla presenza di uno straordinario patrimonio

architettonico composto da can-tine e cascine e da una enogastro-nomia di primaria importanza, ma anche per tutte le nostre produ-zioni di pregio che, se in passato non siamo riusciti a promuovere adeguatamente, oggi possono usu-fruire di un traino dalle enormi potenzialità.

Il sito dei paesaggi vitivinicoli ti-pici del Piemonte è costituito da nove aree d’eccel lenza (“core zone”), che coprono un’estensione territoriale di circa 30 mila ettari e a completamento, anche delle co-siddette “buffer zone” (aree tam-pone), ugualmente coinvolte nel progetto.

Le due zone di eccellenza (“core zone”) della nostra provincia sono state identificate nella zona n. 5 (core zone “Moscato”), che inte-ressa parte dell’Alto Monferrato ac-quese, e nella zona n. 9 (core zone “Grignolino”), che interessa parte del Basso Monferrato casalese. Ma la nostra Provincia non sarà presente solo con la candidatura dei paesaggi vitivinicol i del le Langhe, Roero e Monferrato: la Giunta provinciale nello scorso gennaio ha approvato il progetto di valorizzazione territoriale delle aree di eccellenza della candida-tura UNESCO relativo alle “Sta-zioni di posta del paesaggio”. Si tratta di un ulteriore atto che va a promuovere il territorio, ad esal-tare panorami o scorci paesaggi-stici di particolare pregio “incorni-ciandoli” al fine di valorizzarne la fruizione, creando in tal modo veri e propri “quadri naturali”.

Marco Visca

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gennaio 2012

Il 2 dicembre è mancato il no-stro socio di Villaromagnano

LEONE CLETO

Alla moglie Teresa Cortella, ai figli e ai parenti tutti le più sentite condoglianze dall’Uf-ficio Zona di Tortona, da Con-fagr icol tura Alessandr ia e dalla Redazione de L’Aratro.

• • • Il 25 novembre è mancata

GIUSEPPINA MALAGNI

madre del nostro associato Dario Cameletti di Casalno-ceto.

Al figlio, alla figlia Lidia, ai ni-poti e parenti tutti le più sen-tite condoglianze da Confagri-coltura Alessandria, dall’Uf-ficio Zona di Tortona e dalla Redazione de L’Aratro.

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e esondazioni degli affluenti del Po, del Ta-naro, della Bormida e, in alcuni tratti, anche di questi fiumi principali hanno causato la di-struzione diffusa delle colture seminate (quali grano, colza e loiessa), l’asportazione del suolo e degli elementi fertilizzanti già distribuiti in vista delle semine primaverili e la deposizione di mate-riali che potranno essere rimossi solo con interventi piuttosto lunghi e complessi da realizzare. Oltre a questi danni diretti, sorgono però anche numerosi problemi di gestione nelle aziende che aderiscono alle misure agroambientali, causati dall’impossibi-lità di rispettare le rotazioni colturali o dalla neces-sità di dover procedere a nuove lavorazioni e ferti-lizzazioni. Confagricoltura Piemonte ha chiesto alla Regione di tener conto dell’eccezionalità di questi eventi, configurabili a tutti gli effetti come cause di forza maggiore adottando al più presto provvedi-menti tali da consentire le pratiche colturali neces-

sarie senza incorrere nelle penalità previste dai bandi per le misure agroambientali. In sintesi, per i suoli seminati a frumento e distrutti con impossibi-lità di risemina Confagricoltura ha chiesto che si de-roghi dalle rotazioni ordinarie e che si consentano eventuali ristoppi di mais. Per i suoli già fertilizzati, destinati a colture primaverili, Confagricoltura ha chiesto che si consenta una nuova fertilizzazione fosfo-potassica. Per l’azione 214.4 bisogna invece prevedere il ripristino dei prati a premio danneg-giati. Infine, nel caso di impegni pluriennali (come ad esempio ritiro dei seminativi reg. 2078 - im-pegno F1; siepi e filari inseriti in domande F7 e 214.7.1) occorre considerare che alcune superfici alluvionate potrebbero non essere più visibili in caso di foto aeree: queste superfici dovrebbero quindi poter essere tolte dalla domanda senza resti-tuzione dei premi corrispondenti.

M.V.

Candidatura unesco dei paesaggi vitati del Piemonte

Misure agro ambientali, Confagricoltura

chiede deroghe per le alluvionate

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