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ibadiamo lo spirito euro-peista e l’attenzione alla globalizzazione della no-stra Organizzazione e delle no-stre imprese, che vogliono più Europa e più mondo. L’agricol-tura, che ha un ruolo centrale nelle politiche europee, dovrà averlo anche in quelle nazio-nali». Lo ha sottolineato il presi-dente di Confagricoltura Mario Guidi aprendo i lavori dell’As-semblea - svoltasi a Roma all’Au-ditorium Via Veneto – incentrata sul tema “Svolta per l’Europa”. «Nella riforma delle politiche agricole comunitarie un ruolo centrale è assegnato alle scelte dei singoli Paesi. Occorre alzare il livello di attenzione oltre che sul fronte della negoziazione eu-ropea, anche – ha sollecitato il presidente di Confagricoltura – su quello del-la politica econo-mica ed agricola nazionale». «Per l’Italia – ha spiegato – sono in ballo 5 miliardi di euro l’anno da abbinare, o meglio accoppiare, per usare un termine agricolo, ad accorte e funzionali strategie pubbliche e private di medio e lungo periodo per il settore pri-mario. Quello che chiediamo è la programmazione strategica che è mancata ed ha portato di fatto ad un indebolimento del si-stema produt t ivo agr icolo, l’esatto contrario dell’obiettivo della Pac». Ad avviso di Mario Guidi occorre guardare a Bru-xelles, ma anche a Roma ed alle

politiche regionali dei piani di sviluppo. Ha quindi contestato gli aiuti a “sovrastrutture”. «Le ri-sorse devono andare solo alle imprese e non ai corpi inter-medi, servono per rendere il set-tore produttivo più forte da qui al 2020». Un’esortazione al go-verno: «È il momento di lanciare un serio programma di politica agricola ed industriale, fatto di investimenti per ricerca, infra-strutture (ma solo quelle neces-sarie), innovazione». Per una svolta europea e nazionale. Alla carenza di programmazione si unisce la burocrazia. «Le risorse che giungono dall’UE – ha detto – si congiungono ai requisiti più che ai piani di sviluppo compagnano la creazio mercato, ma la arresta riescono ad essere prom aziende più strutturate cializzazioni più avanz ha aggiunto: «La buro zione costringe ad una interna tra settori, territo nazionali e regionali, in perde di vista la strategi invece ci darebbe un risultato ben più alto del compromesso in qualche modo rag-giunto». «Vediamo - ha proseguito il presi dente di Confagricoltur - francesi, belgi, spag prendere le loro decis nazionali di attuazione lizzo delle risorse verso

ben precisi, collegare tutta la fi-liera produttiva, scegliere i settori su cui fare leva, e fare tutto ciò per tempo, con idee chiare. E noi siamo qui da mesi a discutere con i 21 assessori all’Agricoltura se avere un tavolo di condivi-sione delle scelte, a chiedere un raccordo tra le Regioni, a solleci-tare di non fare la solita pioggia di micro finanziamenti inutili ai fini dello sviluppo, a piangere sui soldi della programmazione conclusa che dovremo restituire perché non impegnati». Quindi si è soffermato sulla fiscalità agri-cola: «L’esenzione dall’IMU – ha detto – è stata una buona cosa per le imprese, anche se le scelte della seconda rata non aiutano a far crescere l’agricoltura ripropo-nendo un criterio soggettivo di selezione degli esentati. È stata una battagl ia pol itica di cui diamo volentieri atto, renden-doci conto della enorme diffi-coltà a trovare le risorse che la consentissero. Ma c’è una buona ragione economica sottostante, e cioè la funzione del patrimonio fondiario agricolo, che è del tutto specifica perché strumen-tale e connaturata all’attività di impresa».

Ad avviso di Mar io Guidi è giunto il momento di dare cer-tezze: «Ora va definito un si-stema che resista alle prossime leggi di stabilità e consolidi una fiscalità delle imprese giusta, equamente ripartita e proporzio-nata. Una fiscalità che non pena-lizzi, anzi incoraggi l’evoluzione societaria delle nostre realtà, che incoraggi gli investimenti e la nuova occupazione». «A Expo 2015 – ha detto in chiusura il presidente – ci faremo promotori di un dibattito che coinvolga le rappresentanze delle 140 realtà agricole mondiali presenti alla kermesse per una discussione unica. Per ribadire che l’agricol-tura è il modello di sviluppo mondiale».

Di seguito il messaggio del Presi-dente del Consiglio Letta e gli in-terventi del sottosegretario Mar-tina e del viceministro Dassù. “Considero Expo 2015 un’occa-sione importante quanto le Olimpiadi a Roma del 1960 che mostrarono al mondo come il nostro Paese fosse ripartito dopo la guerra. Ora Expo 2015 dovrà far vedere come l’Italia saprà ri-partire dalla crisi. Dell’Esposi-zione l’agricoltura è il pilastro

tivo; il lavoro delle vo-ese è fondamentale per re l’Italia”. Lo ha detto il e del Consiglio Enrico

un videomessaggio che o all’assemblea di Con-ra. “Il mio – ha prose-apo del governo rivol-ai dirigenti di Confagri-a - è un incoraggia-o a continuare nel vo-ro lavoro di rappresen-tanza sociale ed eco-nomica, che svolgete in un momento diffi-ci le, anche in una sana dialettica con le tituzioni”. Con il video-essaggio di Letta si sono lavori della parte pub-dell’assemblea dell’Or-zione degli imprendi-

gennaio 2014

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