Il mercato dei cereali e dei semi oleosi

30/09/2014

Martedì 30 Settembre 2014

Il mercato nazionale del grano tenero  continua a registrare dei consistenti cali di prezzo sia per il prodotto nazionale sia per quello estero. A Milano il frumento tenero panificabile ha perso 4 euro/t (184,50 euro/t), a Bologna 5 euro/t (184 euro/t). I frumenti di forza resistono, ma calano i panificabili superiori (-3 euro/t) visto che ora è disponibile anche prodotto comunitario di qualità (austriaco soprattutto) a prezzi decisamente competitivi. Sulle piazze internazionali le quotazioni dei frumenti teneri si sono per lo più stabilizzate. Il Matif (novembre 2014) ha chiuso venerdì a 152 euro/t. A Chicago il future di dicembre quota 477,4 cent/bushel, con oscillazioni minime nel corso della settimana. Le esportazioni Usa stanno andando piuttosto bene e il raccolto australiano si prospetta inferiore alle attese, così che gli operatori, pur continuando a vendere titoli in massa, non sono più disposti ad accettare prezzi troppo bassi. Anche il mercato fisico in Francia ha dato qualche timido segnale di recupero. La quotazione fob Rouen venerdì era di 163 euro/t, dopo che a metà settimana aveva toccato anche 160 euro/t. Il prodotto nuovo «base settembre» quota però qualche euro in meno: da 150 a 160 euro/t fob, a seconda della qualità, che come sappiamo quest’anno in Francia non è eccelsa.

La caduta verticale dei prezzi del mais iniziata le scorse settimane sembra rallentare. A Milano martedì scorso il mais nazionale ha perso 3,50 euro/t (157 euro/t), a Bologna la quotazione massima perde un euro, restando praticamente ferma a 152,50 euro/t. Per i produttori l’unica consolazione è che le rese unitarie sono mediamente molto più elevate dello scorso anno, per cui il calo di prezzo è parzialmente compensato dalla maggiore produzione. Bisognerà però ancora valutare appieno la problematica delle micotossine. Anche se non c’è, come nel 2012, un allarme aflatossine, gli attacchi di Fusarium hanno causato, in alcune partite, livelli di deossinivalenolo (DON) superiori ai massimi consentiti. Sul Matif si è assistito nel corso della settimana a un vero e proprio tracollo della quotazione del future di novembre, che martedì aveva sfiorato i 130 euro/t, per poi recuperare fino ai 137,25 euro/t di venerdì scorso. Meno volatile il titolo di dicembre del Cbot, che ha chiuso venerdì a 323 cent/bushel. Il mais francese per pronta consegna quotava venerdì 132 euro/t fob. Insomma, i prezzi continuano a calare, ma a un ritmo meno pressante.

L’orzo nazionale resta per lo più stabile. A Milano il prezzo è fermo a 171,50 euro/t, mentre a Bologna c’è stato un calo di 2 euro alla tonnellata (orzo pesante: 173 euro/t). Quotazioni in recupero invece in Francia. A Rouen, dopo aver toccato il minimo stagionale di 136 euro/t martedì scorso, il prezzo ha iniziato ad aumentare fino ai 142 euro/t di martedì. L’euro debole sta ridando un po’ di fiato alle esportazioni comunitarie e ciò indubbiamente aiuta i prezzi.

Sono uscite le prime quotazioni per i semi di soia nazionali: A Milano il prezzo medio è di 327,50 euro/t, a Bologna 320 euro/t. Sono prezzi molto deludenti per chi pensava di recuperare con la soia i ribassi subiti dai cereali, ma la dinamica dei mercati internazionali è fortemente ribassista. A Chicago il future di novembre ha chiuso venerdì a 910,2 cent/bushel (263,69 euro/t), con poche speranze di recupero visto il pessimismo degli operatori. Basti pensare che il prezzo cash è sceso sotto i 9 dollari/bushel, con forti perdite che si susseguono giorno per giorno.

Quotazioni molto volatili per i semi di colza: il future di novembre del Matif ha chiuso venerdì a 315,50 euro/t, ma martedì scorso il prezzo era sceso anche sotto i 310 euro/t.