L’UE vuole aprire a nuove importazioni di riso Basmati dall’India

13/02/2018

Sul fronte delle importazioni di riso, che contribuiscono a mettere in difficoltà il comparto, si apre ora un nuovo fronte. La Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica in relazione a una possibile modifica delle concessioni commerciali a favore del riso Basmati importato in UE dall’India.

Attualmente la normativa comunitaria prevede, in base agli accordi Gatt, che il riso Basmati semigreggio originario dall’India abbia un dazio pari a zero se si tratta riso appartenente a nove specifiche varietà. In occasione del 14mo vertice UE-India dell’ottobre scorso, i leader politici di India e Unione Europea hanno confermato l’impegno a rafforzare le relazioni commerciali tra i due territori e, tra le varie misure, l’UE si è impegnata ad avviare il processo di assicurare l’accesso a dazio zero ad alcune altre varietà di riso Basmati originarie dall’India.

La consultazione lanciata dalla Commissione è il primo passo di questo processo. In pratica, è possibile commentare questa iniziativa inserendo un commento a questo sito dove è spiegata (solo in lingua inglese) questa iniziativa:

https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/initiatives/ares-2018-289135_it

I commenti si possono inserire fino a domani, 14 febbraio. Sinora, come è possibile verificare direttamente dal sito, sono stati inseriti solo pochissimi commenti, di cui due provenienti dall’Italia. Ha reagito anche il FERM, la federazione europea delle industrie del comparto, che si è espressa a favore dell’allargamento delle varietà autorizzate. La Commissione ritiene che l’allargamento della lista varietale non avrà conseguenze sul mercato né incrementerà le importazioni di Basmati in Europa dal momento che il Basmati non è prodotto in Europa; il Basmati e il riso prodotto in UE “appartengono a diversi segmenti di mercato e quindi il Basmati non è in diretta competizione con il riso europeo”; l’attuale domanda europea di Basmati semigreggio è quasi completamente soddisfatta dalle importazioni che mediamente si aggirano sui 300mila tonnellate di equivalente lavorato e quindi la principale conseguenza delle estensione della lista varietale sarebbe la sostituzione delle varietà tradizionali esportate con le varietà più recenti. Confagricoltura ritiene invece che sia opportuno commentare negativamente questa iniziativa dal momento che l’esperienza ha dimostrato che il mercato interno è comunque sempre influenzato dalle importazioni. Questo anche indirettamente, visto che l’aumento dell’import di riso di tipo Indica negli anni scorsi ha modificato gli investimenti in Europa contribuendo a squilibrare il mercato delle varietà tradizionalmente coltivate nei Paesi membri. Nondimeno non va dimenticato che, sebbene limitate, anche in Europa esistono coltivazioni di riso lungo aromatico di varietà assimilabili al Basmati, che verrebbero direttamente toccate dalle possibili maggiori importazioni agevolate.