ATTENZIONE ALLE AFLATOSSINE NEL MAIS

30/08/2016

Con l’avvio delle operazioni di raccolta del mais già in alcune zone del Nord Italia, vengono segnalate contaminazioni della coltura per la presenza di aflatossine.
La contaminazione sarebbe stata rilevata anche quest’anno “a macchia di leopardo” in Veneto e in Friuli attraverso il monitoraggio condotto dall’Università di Padova in collaborazione con AIRES (l’associazione italiana raccoglitori, essiccatori e stoccatori).
La presenza dell’aspergillo (fungo produttore delle aflatossine) è stata registrata in misura molto variabile: l’infezione più evidente è stata registrata sul mais non irrigato, che tra la fioritura e la fase cerosa ha subito un forte stress a causa del clima caldo e siccitoso e soprattutto nelle spighe danneggiate da fitofagi (piralide, diabrotica, ecc) o da volatili.
In tali casi lo sviluppo conseguente di aflatossine è praticamente certo. Per contenere i danni sarebbe opportuno anticipare la raccolta, portando ad essiccare granella di mais con non meno del 22% di umidità. Ciò comporta un più elevato costo di essiccazione, ma l’alternativa (in presenza di ammuffimento evidente delle spighe) è rischiare di trovarsi con un mais vendibile solo per uso agroenergetico.