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ottobre 2013

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nche in un periodo di crisi econo-mica importante, come quello in atto dal 2008, l’occupazione nel settore agricolo si è mantenuta sostanzial-mente stabile, anzi in lieve crescita, nel corso degli ultimi anni. Tutto ciò nonostante le dif-ficoltà che certo non hanno risparmiato il set-tore primario, con il crollo dei prezzi all’ori-gine di molte importanti produzioni; ma i miracoli non durano per sempre”. Lo hanno ribadito i rappresentanti di Confagricoltura e Cia all’audizione presso la Commissione La-voro della Camera sulle misure per fronteg-giare l’emergenza lavoro.

Confagricoltura e Cia hanno ricordato come i dati Istat relativi al secondo trimestre 2013 (rispetto al secondo trimestre 2012) eviden-ziano una marcata flessione dell’occupa-zione: -9,4% per il lavoro dipendente e - 10,7% per il lavoro autonomo. La conferma della flessione occupazionale arriva anche dai dati Inps sulle giornate di lavoro dipendente dichiarate dalle aziende assuntrici di mano-dopera.

La situazione è sempre più difficile e le im-prese con rilevante carico di manodopera chiedono di accedere al sistema degli ammor-tizzatori sociali, ordinari e in deroga. Però questo sistema non è certo sufficiente a supe-rare le difficoltà, da ciò la richiesta delle due Organizzazioni professionali di interventi di

tipo preventivo (a partire dalla riduzione del costo del lavoro) che consentano alle aziende di mantenere i livelli occupazionali e favorire l’occupazione di giovani e donne, eviden-ziando come le misure del DL 76/2013 siano inefficaci per l’agricoltura. Ed hanno richiesto in particolare di rivedere due elementi che ri-schiano di tenere fuori il settore agricolo, con tutte le sue potenzialità, dalle misure di in-centivazione dell’occupazione.

Il primo è rappresentato dalla regola comuni-taria del de minimis, che non consente alle

imprese agricole di percepire aiuti di Stato su-periori a 7.500 euro in tre esercizi finanziari. Questa regola si applica ad esempio sull’ap-prendistato – e su molte altre disposizioni agevolative – e di fatto rende inapplicabile il regime di sgravi ai datori di lavoro agricolo; occorre individuare soluzioni per superare questo limite, eventualmente anche rinego-ziandolo con l’Unione Europea.

Il secondo elemento riguarda le caratteri-stiche del mercato del lavoro agricolo, dove l’incidenza dei rapporti a termine è molto alta (circa il 90%), mentre è relativamente conte-nuta quella dei rapporti a tempo indetermi-nato (circa il 10%). Poiché le misure incenti-vanti l’occupazione sono tutte tarate sul la-voro a tempo indeterminato, è evidente che le stesse risultano scarsamente applicabili al set-tore agricolo.

Ad avviso di Confagricoltura e Cia, occorre in-dividuare soluzioni specifiche che consen-tano alle imprese agricole di beneficiare pie-namente degli incentivi alle assunzioni e delle altre misure in cantiere per ridare slancio all’occupazione, a partire dalla ridu-zione del cuneo fiscale.

Da ultimo è necessario garantire una forma-zione adeguata delle nuove generazioni, anche attraverso i fondi di formazione con-tinua, ai quali non debbono essere sottratte ulteriori risorse finanziarie.

CONFAGRICOLTURA E CIA IN AUDIZIONE ALLA CAMERA Servono interventi ad hoc per giovani e donne

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artedi 8 ot-tobre si è spento nella Tenuta San Rocco di Conzano, l’ Avv. Fran-cesco Cappa , all’età di 92 anni, socio sto-rico dell’Unione Agri-coltori.

Personaggio di spicco della borghesia Casa-lese, privilegiò però uno stile di vita so-brio, lontano dalla mondani tà, prefe-rendo la vita di cam-pagna che tanto

amava, tra i vigneti nella sua tenuta in Conzano; questa era divenuta la sua dimora stabile dall’88, dopo la morte della moglie Marisa Me-rendi , sposata nel ’51 ed appartenente all’alta borghesia milanese, dalla quale ebbe quattro figli, Carlo medico chirurgo, Stefano avvo-cato, Raffaele rappresentante di vini ed Edoardo ingegnere. Laureato in Giurisprudenza, poi in Economia e Commercio, divenne avvocato in una famiglia di avvocati, con studio legale in Milano e a Casale Monferrato in Palazzo Anna D’Alençon fin dall’anno 1830. Partecipò a due guerre, in Eritrea e al secondo conflitto mondiale, dopo il ’43 fu comandante nelle brigate partigiane.

Persona geniale e instancabile, esercitò fino all’ultimo la propria pro-fessione di Avvocato, fu consulente di importanti imprenditori agri-coli italiani, oltre ad essere specializzato in diritto urbanistico. È stato Presidente della Proprietà Fondiaria di Milano e di Lodi e Vice Presi-dente della medesima per la provincia di Alessandria.

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l decreto “del fare” dello scorso giugno ha prorogato di un ulte-riore anno la scadenza prevista originariamente per il 6 ottobre 2013, dal decreto 151/2011, per la presentazione delle relazioni tec-niche relative ai depositi di carbu-ranti esistenti. Ricordiamo che il decreto che modifica la normativa antincendio estende l’obbligo di se-gnalazione ai vigili del fuoco ad al-cune tipologie di deposito di ga-solio prima esenti. La cisterna, che in precedenza veniva considerata esonerata dallo svolgimento della pratica di prevenzione incendi fino a una capacità del deposito infe-riore ai 9.000 litri, con la nuova normativa rientra nella “fascia A” e pertanto risulta necessaria la pre-sentazione della SCIA (Segnala-

zione certificata d’inizio attività) da parte di un tecnico abilitato. La nor-mativa riguarda anche le cisterne già presenti in azienda. Il titolare dell’azienda presenta una pratica di SCIA redatta da un tecnico abilitato per denunciare l’esistenza del depo-sito di gasolio dichiarandone la conformità alla normativa vigente in materia di sicurezza antincendio. Sottolineiamo che la proroga al 7 ottobre 2014 vale esclusivamente per le cisterne esistenti alla data di pubblicazione del decreto 7 ottobre 2011. Per le cisterne installate dopo e quindi particolarmente per tutte quelle di nuova installazione l’ob-bligo è in vigore e la SCIA deve es-sere presentata prima dell’inizio dell’utilizzo.

Roberto Giorgi

Addio all’avvocato Francesco Cappa

Depositi carburante: proroga di un anno

Zailo confermato presidente dell’Ordine

dei Dottori Agronomi e Forestali

In data 4 ottobre è stato confermato Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Alessandria, per un secondo mandato, il Dr. Agr.

Maurizio Zailo . Si è raggiunta la riconferma del Consiglio uscente (con sette Consiglieri su nove) che, per il quadriennio 2013 – 2017, oltre al Pre-sidente rieletto sarà così composto: Fabio Fracchia (Vicepresidente),

Mauro Rangone (Segretario), Mariagrazia Baravalle (Tesoriere),

Matteo Domenico Bosso, Fabrizio Bremide, Antonio Lucotti, Paolo Marin e Fabrizio Masarin .

Il presidente Luca Brondelli con i Dirigenti tutti augurano al presidente Zailo e a tutto il Consiglio buon lavoro per gli obiettivi preposti.

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