Convegno: grano tenero di qualità

03/12/2009
La crisi del comparto cerealicolo si trascina ormai da lungo tempo; a oggi non sono visibili segnali di una sua conclusione in tempi medio/brevi. I cereali, “commodities” per eccellenza, non sono differenziabili; per questo subiscono la forte concorrenza dei prodotti provenienti dall’estero, caratterizzati da un minor prezzo. La provincia di Alessandria, con circa 40.000 ettari coltivati a frumento tenero ogni anno, è la più importante provincia cerealicola d’Italia. Solo il valore della produzione, senza considerare tutto l’indotto, vale parecchi milioni di euro. Non si tratta di una produzione di nicchia, ma rappresenta, insieme alla viticoltura, l’ossatura fondamentale dell’agricoltura alessandrina. E allora il mondo agricolo, attraverso le organizzazioni professionali Coldiretti, Confagricoltura e Cia, con la collaborazione della Camera di Commercio, del Consorzio Agrario e delle principali cooperative cerealicole alessandrine, ha formulato un proprio importante progetto. Un progetto che intende operare per condividere le conoscenze settoriali tra tutti gli anelli della filiera, operando sia sul fronte agricolo, mediante l’individuazione delle cultivar e delle tecniche agronomiche che meglio si adattano all’ambiente alessandrino, sia sul fronte dello stoccaggio, dell’utilizzo e della trasformazione del frumento, per fare emergere le esigenze dell’industria a cui adeguare l’offerta, individuando forme di collaborazione che puntino a valorizzare meglio il prodotto alessandrino, cercando così di valorizzare anche il territorio. Per fare ciò occorre che si operi su tutte le direttrici, quella agricola innanzi tutto, ma anche sul fronte degli stoccatori (sia cooperativi che privati), dell’industria molitoria e di quella di trasformazione, di piccole e di grandi dimensioni Il progetto si propone l’obiettivo di promuovere e valorizzare il frumento alessandrino in una logica di filiera. Ciò significa mettere in atto azioni diversificate su tutti i fronti operativi legati al frumento per far crescere, nella considerazione degli utilizzatori, il nome di Alessandria quale provincia vocata alla cerealicoltura di qualità, ma soprattutto rispondere meglio alle esigenze dell’industria utilizzatrice (essenzialmente molini) e, più in generale degli utilizzatori (produzione di pane e prodotti da forno). Occorre anche coinvolgere il consumatore finale attraverso interventi divulgativi e di informazione, cercando, nel contempo di individuare il prodotto di cui promuovere il consumo, enfatizzandone le caratteristiche, principalmente quella della provenienze e della sicurezza alimentare. Gli obiettivi da perseguire pur trattandosi di comparti differenti, devono essere tutti orientati verso l’obiettivo primario di promuovere e valorizzare il frumento alessandrino. Le ricerche in ambito agricolo dirette alla definizione delle diverse vocazionalità omogenee consentiranno di definire le varietà che meglio si adattano ai diversi ambienti, le agrotecniche migliori perché annualmente si possano ottenere i risultati qualitativi e quantitativi attesi; inoltre, attraverso la costante divulgazione e informazione del mondo agricolo sarà possibile intervenire capillarmente, aumentando le possibilità di coinvolgimento degli operatori agricoli. Dalla conoscenza degli aspetti post raccolta del frumento, delle strutture e delle potenzialità di stoccaggio e trasformazione sarà possibile definire criteri e modalità per evitare la dispersione delle partite omogenee, indirizzandole verso canali che consentano la maggiore collaborazione tra i vari anelli della filiera. Inoltre, si definiranno protocolli con l’industria al fine di produrre partite di frumento omogenee e di anno in anno il più possibile di qualità standard. L’attività commerciale dovrà essere regolata attraverso contratti di coltivazione stipulati con le cooperative, le aziende agricole e le strutture di stoccaggio, ottenere una certificazione di qualità e una certificazione di origine per identificare i prodotti “a marchio”. Quest’attività ha una durata quinquennale a partire dall’annata agraria 2008/2009.