L’editing genetico può salvare l’agricoltura dai cambiamenti climatici

03/02/2021

L’Europa ha una posizione ambigua sugli organismi geneticamente modificati, meglio noti come Ogm. Da una parte ne vieta la coltivazione, con uno stop che ferma anche la ricerca sulle piante sviluppate dalle modificazioni del genoma. Dall’altro importa ogni anno milioni di tonnellate di mais e soia transgenica da Stati Uniti e Sud America, che viene poi usata principalmente come mangime per gli animali allevati nell’Ue. Il tutto sotto gli occhi dei Governi nazionali, che hanno scelto di delegare a Bruxelles le difficili decisioni su quali merci è possibile importare «perché gli Stati sanno bene che se si proibisse l’importazione di prodotti geneticamente modificati, si creerebbe una grave carenza di merci in Europa». A dirlo è Deborah Piovan, dirigente di Confagricoltura e sostenitrice dell’editing genetico nella produzione agricola.
La rappresentante degli agricoltori si batte da anni affinché anche in Italia si possano usare le modificazioni genetiche nelle piante. La notizia degli ultimi giorni, riportata dalla testata Euractiv, è che anche la Commissione Europea avrebbe deciso di “cambiare approccio” sugli Ogm che potrebbero servire a raggiungere gli obiettivi del Green Deal. «Il Green Deal chiede una sempre maggio-re sostenibilità dei processi produttivi e della vita degli europei. Ci chiede di ridurre, ad esempio, la nutrizione delle piante e la protezione dalle malattie con l’uso dei fitofarmaci tradizionali. E quindi noi ci rivolgiamo alla ricerca cercando degli strumenti alternativi per poter continuare a fare il nostro lavoro».

fonte: www.agrifoodtoday.it