In breve del 9 Luglio 2013

09/07/2013

Agrinsieme ha incontrato i produttori di Brachetto a Ricaldone per un’analisi del comparto.
Per chi se lo fosse perso, di seguito il link al servizio andato in onda su Telecity nel telegiornale delle 19 di venerdì 05 luglio e in replica sabato 06 luglio scorsi, sull'incontro intitolato "Brachetto: analisi e prospettive del comparto" organizzato da Agrinsieme che si è svolto giovedì sera, 04 luglio, presso il Salone Terrazza dei Bianchi della Cantina Tre Secoli di Ricaldone.

Ecco il link al canale di YouTube di Confagricoltura Alessandria:

http://www.youtube.com/watch?v=rNAjC84kgs4

IMU: sarà legata al riccometro?
C’è anche un rischio di incostituzionalità per l’Imu sugli immobili strumentali sul tavolo di Maurizio Saccomanni. Nel dossier con il quale il ministro dell’Economia si presenterà domani alla riunione della cabina di regia – scrive Il Messaggero - c’è «una pluralità di soluzioni» sulla riforma dell’Imu prima casa che i tecnici del Tesoro stanno mettendo a punto. L’alternativa è fra due strategie di fondo: abolizione tout court della tassa sull’abitazione principale che costerebbe 4 miliardi; rimodulazione dell’imposta con varie sfumature di grigio e costo ridimensionato tra l e 3 miliardi.

Misure per il rilancio dell’occupazione
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 150 del 28.06.2013 è stato pubblicato il decreto legge 28 giugno 2013, n. 76, recante “Primi interventi urgenti per la promozione dell’occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti”. Si tratta del provvedimento, più volte annunciato dal Governo, per il rilancio dell’occupazione, soprattutto giovanile, indicata come la vera priorità su cui convergere sforzi, risorse ed energie. Un’attenta e distaccata lettura del provvedimento – sottolinea Confagricoltura - non può non suscitare, tuttavia, qualche perplessità in merito alla portata ed alla efficacia delle misure previste nel decreto rispetto all’ambizioso obiettivo perseguito (rilancio dell’occupazione, segnatamente giovanile) e rispetto anche ai numerosi, forse troppi, annunci che hanno preceduto il provvedimento stesso. E così, ad esempio, una delle misure cardine del decreto – quella che riconosce benefici economici ai datori di lavoro che assumono giovani – si articola in una disciplina così complessa e farraginosa che rischia di tradursi in una sorta di sbarramento all’accesso agli incentivi. Inoltre, le misure che hanno “ritoccato” la Riforma Fornero, ed i vari istituti contrattuali della legge Biagi, non sembrano tutte indirizzate a garantire una maggiore flessibilità delle regole ed un alleggerimento degli oneri, come quelle sul lavoro intermittente (che fissano una soglia massima alla durata della prestazione), sulla procedura di convalida delle dimissioni (che viene estesa ai collaboratori coordinati e continuativi e agli associati in partecipazione), sulla solidarietà negli appalti (che viene estesa ai lavoratori autonomi di cui si avvale l’appaltatore), sulle sanzioni in materia di igiene e sicurezza (che vengono rivalutate, e quindi inasprite), sulle assunzione di lavoratori extracomunitari (la cui autorizzazione è subordinata alla verifica, documentata, dell’indisponibilità di un lavoratore presente sul territorio nazionale). Non mancano comunque nel provvedimento misure sicuramente interessanti per le imprese e per l’occupazione, come quelle che ripristinano le necessarie flessibilità in entrata, a partire dalla disciplina dei contratti a termine, o come quella, fortemente innovativa, e voluta proprio da Confagricoltura, che introduce nel nostro ordinamento le assunzioni di gruppo o di rete, istituto mediante il quale imprese agricole riconducibili allo stesso proprietario, allo stesso nucleo familiare o allo stesso gruppo, possono assumere congiuntamente uno stesso lavoratore facendolo lavorare  nelle varie imprese interessate (una sorta di job sharing per parte datoriale). Altra importante novità è rappresentata dal fatto che le assunzioni di gruppo possono essere effettuate anche da imprese agricole e non agricole (purché quelle agricole rappresentino almeno il 50 per cento) legate da un contratto di rete. Insomma – commenta Confagricoltura - un provvedimento con luci ed ombre, ma che complessivamente, nella oggettiva penuria di risorse, rappresenta comunque un primo segnale in un contesto occupazionale piuttosto critico.

Km-zero, un’analisi obiettiva
Il Corriere della Sera di questa mattina pubblica un commento di Antonio Pascale sul tema del Km zero. “Se chiedete in giro cosa si intende fare per migliorare la nostra agricoltura (incide per il 2 per cento sul Prodotto interno lordo), in tanti risponderanno: frutta di stagione e chilometro zero. Ora – scrive Pascale - a volte, queste ricette, per quanto costruite su buone intenzioni sono suggestive ma poco precise”. I particolari nel servizio.