Per il momento risultati soddisfacenti, ma l’annata è ancora in corso

23/07/2010

“L’ annata agraria in generale si può considerare buona per il nostro territorio” esordisce Giacomo Lodi, dirigente di Confagricoltura Alessandria, ed esperto imprenditore cerealicolo tortonese, che continua: “Andando nel dettaglio delle produzioni locali, possiamo dire che
per il grano tenero il 2010 va molto bene, per il grano duro va bene mentre l’orzo registra valori un po’ più scarsi”.
La produzione nazionale di grano tenero si attesta sui 33 milioni di quintali, la stessa produzione dell’anno scorso, ma con semine leggermente inferiori. Sono andate bene tutte le zone d’Italia tranne Bologna, Ferrara e Padova dove c’è molto “germinato”.
L’agro alessandrino ha prodotto di più e meglio rispetto ad esempio al Veneto, anche se le proteine sono presenti in quantitativi più scarsi, specialmente nei grani di forza. La provincia di Alessandria con i  suoi 40 mila ettari seminati a frumento tenero e con oltre 2 milioni di quintali prodotti all’anno si considera come la prima provincia cerealicola d’Italia.
“La produzione nazionale di grano duro si attesta sui 39 milioni di quintali, contro i 33 dell’anno precedente. Nel complesso il Nord
non ha produzioni abbondanti rispetto al Sud quest’anno tranne la nostra provincia e quella di Pavia” continua Lodi. In zona abbiamo deciso di seminare più o meno le stesse quantità dell’anno scorso di grano tenero, ma abbiamo seminato molto meno grano duro.
Per quanto concerne i prezzi, le quotazioni sono in rialzo: martedì 20 luglio la Borsa di Milano ha confermato 170 euro a tonnellata per il grano tenero panificabile e 190 euro per il grano di forza. Prezzi in rialzo tra 180 e 190 euro a tonnellata anche per il grano duro. “Vi è in generale una tendenza rialzista nei prezzi in quanto all’estero ci sono problemi legati all’andamento climatico (siccità e maltempo)” aggiunge Giacomo Lodi.
Passando in rassegna altre colture della terra alessandrina, il dirigente di Confagricoltura commenta: “Le orticole son partite molto bene; cipolle e patate hanno prezzi sostenuti intorno a 200 euro a tonnellata a causa delle superfici seminate. Cosa dire dei pomodori, altra coltura per cui il territorio è fortemente vocato? Per le eccessive temperature si prevede un calo di produzione del 10%. I prezzi sono
già stati fissati, ma il mercato ne beneficerà perché il prodotto è stato seminato in misura inferiore all’anno precedente”.