“La migliore conferma della bontà dell’intuizione che ha portato alla nascita di Agriturist – continua Melacca - sono i dati dell’estate 2015, in crescita media del 15%, che hanno consolidato la vacanza in agriturismo come “destinazione”, piuttosto che come semplice ospitalità. C’è stata una ripresa, seppure in maniera differenziata tra regioni, del flusso domestico e un incremento degli arrivi stranieri in particolare francesi, seguiti da tedeschi, inglesi e spagnoli. Il 56% dei turisti soggiorna tra le 3 e le 5 notti e il 22% almeno 6 notti”. Un’offerta assolutamente in linea con la clientela di riferimento composta per il 36% da famiglie con bambini, il 30% da coppie con meno di 55 anni, il 15% da coppie con più di 55 anni e il 15% circa gruppi organizzati. L’agriturismo è diventato “ambasciatore” della cultura locale, nell’ambito di un turismo rurale e lento.
Le ragioni della scelta della vacanza agrituristica, sulla base di un’indagine effettuata nelle aziende associate, sono l’enogastronomia, seguita dalla visita culturale, dalla vacanza al mare e dalla visita a parenti ed amici. Per Agriturist un risultato significativo perché mette inequivocabilmente in evidenza la forza dell’associazione tra ospitalità, territorio, tradizioni, cultura e identità locale. Non è un caso, infatti, che il 60% delle strutture abbia organizzato, per l’estate, iniziative e eventi per l’intrattenimento e l’avvicinamento dei turisti alla cultura locale: corsi di cucina, degustazioni di vino, olio e birra artigianale, “Teatro in corte”, mostre d’arte, concerti e anche attività di trekking ed equitazione.
Se in Italia molti territori mantengono vivo un modello rurale equilibrato - ricorda Agriturist - è anche grazie all’agricoltura e ai suoi imprenditori, che sono stati capaci di innovare conservando intatti i valori materiali e immateriali delle campagne italiane. Ma è l’agriturismo ad essere riuscito a promuovere e diffondere le diverse identità territoriali. “La forte domanda di vivere un’esperienza ‘naturale’, distaccandosi dalle dinamiche frenetiche e stressanti – conclude Melacca - ha fatto proliferare, purtroppo, anche il fenomeno dell’abusivismo, attività senza licenza e senza controlli, che non hanno tracciabilità fiscale, né copertura assicurativa per gli ospiti, che va assolutamente combattuto”.