“E’ tempo - continua Guidi - di far conoscere i prodotti dell’autentico ‘made in Italy’ in tutto il mondo, senza creare ulteriori ostacoli al nostro vino, che ha tutte le carte in regola per conquistare fette ancora più ampie di mercato”. Confagricoltura ricorda che, soprattutto negli Stati Uniti, per ogni euro prodotto dal nostro export agroalimentare, l’Italian sounding ne incassa ben 8. “La possibilità di riportare il nome della varietà del vitigno è riservata oggi solo a specifici vini - conclude il presidente di Confagricoltura -. Occorre perciò impedire con forza che ai produttori stranieri si permetta di usare le nostre denominazioni e difendere con forza i nostri territori e le nostre quote di mercato”.