Torino, 21 aprile 2016 - Riorganizzare il territorio urbano, sviluppando le opportunità offerte dall’integrazione tra agricoltura e architettura in un’ottica di riduzione delle emissioni, di sostegno al “city farming” e, soprattutto, di tutela dell’ambiente e del paesaggio contro incuria, degrado e cementificazione. E’ questo l’obiettivo del protocollo d’intesa tra Agrinsieme e AIAPP, siglato oggi a Torino dal responsabile nazionale del coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Dino Scanavino, e dalla presidente dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio, Anna Letizia Monti.
Nell’accordo tra le due organizzazioni - firmato all’interno della cornice di IFLA 2016 - c’è la scelta condivisa di “promuovere in sinergia ogni possibile attività finalizzata alla promozione del paesaggio e del verde, agli investimenti pubblici e privati in questo campo, nonché alle opere di manutenzione del verde che determinano benefici diffusi non solo su chi li realizza, ma anche per tutta la collettività”. Per questo motivo, sulla base dell’intesa che avrà una durata di 3 anni rinnovabile, Agrinsieme e AIAPP hanno deciso di lavorare a progetti comuni, a livello nazionale e verso Paesi terzi; di intraprendere iniziative di sensibilizzazione nei confronti delle Istituzioni e della Pubblica Amministrazione; di mettere insieme competenze e conoscenze e favorire collaborazioni con altri soggetti della filiera. Tutto con un unico fine: “Sostenere l’importanza del verde in relazione all’ambiente, al benessere e alla salute delle persone, nonché allo sviluppo economico che ne può derivare anche in chiave di green economy”.
La realtà, infatti, è che oggi i nuovi stili di vita e le emergenze ambientali impongono di concepire in modo nuovo gli spazi, dando al verde un ruolo diverso che non è più solo “ornamentale”, ma che diventa “strutturale”. Per raggiungere questo obiettivo, l’agricoltura sta promuovendo - e vuole farlo ancora di più e meglio- una nuova sinergia con l’architettura del paesaggio, lavorando a soluzioni innovative, dove l’elemento naturale si insinua anche negli spazi delle costruzioni urbane. Nascono così, per esempio, gli orti verticali, i muri e i tetti vegetali, i “garden roof”, ma anche la vegetazione ripariale dei corridoi fluviali. Ovvero “nuove forme del verde che scaturiscono dalla ricerca del più recente florovivaismo specializzato in tandem con l’architettura più sensibile all’aspetto ambientale delle costruzioni -spiega il coordinatore nazionale di Agrinsieme-. Soluzioni sempre più necessarie, visto che in Europa negli ultimi anni c’è stato un aumento delle superfici artificiali del 5% e l’Italia è proprio uno dei Paesi più antropizzati dell’Ue con un tasso di cementificazione del 7,4% che, come i dati Ispra testimoniano, non è diminuito neanche in tempo di crisi economica”.
Di fronte a tutto questo, il sostegno e la promozione del verde in tutte le sue accezioni (verde storico, ville monumentali e giardini di preg