STABILITÀ DEL LAVORO E PROTEZIONE SOCIALE
Il 2015 è stato caratterizzato da un forte incremento nella quota di assunzioni con contratti a tempo indeterminato ai danni dei contratti a tempo determinato.I dati dell’osservatorio sul precariato dell’Inps documentano come il numero di contratti a tempo indeterminato sia aumentato di più di mezzo milione nel 2015. Il numero dei contratti senza una data di scadenza è aumentato complessivamente del 62%; per i giovani con meno di 30 anni questa percentuale sale al 76%. A partire da marzo 2016, il saldo mese per mese di assunzioni e cessazioni in questi contratti prefigura, alla luce dell’esperienza passata, una stabilizzazione su questi livelli più alti.
Esonero contributivo
Si calcola che poco meno della metà (43%) dei contratti attivati con l’esonero sono stabilizzazioni di lavoratori all’interno della medesima impresa presso la quale già erano occupati (a tempo determinato o con collaborazione a progetto o con contratto di lavoro somministrato), mentre nel 57% dei casi riguardano assunzioni di lavoratori esterni all’impresa. Quasi l’80% dei contratti attivati con l’esonero risulta realizzato da imprese nuove o comunque in crescita, mentre poco più di un quinto è legato al turnover interno ad aziende stabili o anche in ridimensionamento occupazionale.
Contratto a tutele crescenti
Oltre all’esonero contributivo sembrano avere giocato un ruolo nella stabilizzazione anche le nuove norme sul lavoro, con la progressiva applicazione dei contratti a tutele crescenti a tutti i lavoratori con contratti a tempo indeterminato. Lo si vede comparando la crescita delle assunzioni con contratti a tempo indeterminato nelle imprese tra i 15 e i 19 dipendenti (per cui il contratto a tutele crescenti ha effettivamente modificato profondamente il regime dei licenziamenti) con quella intervenuta nelle imprese più piccole, per le quali le regole sui licenziamenti sono cambiate in modo del tutto marginale. Il numero di assunzioni con contratto a tempo indeterminato è aumentato del 51% nel primo tipo di imprese contro il 40% delle seconde e questa differenza è statisticamente significativa.Non sempre la stabilizzazione dei contratti di lavoro è accompagnata da una stabilizzazione nel tempo pieno. 4 lavoratori su 10 assunti con contratti a tempo indeterminato hanno impieghi part-time. E una quota importante degli impieghi full-time (uno su due in Lombardia e tre su quattro in Campania) comporta meno di 312 giorni remunerati direttamente dall’impresa all’anno.
Sussidi di disoccupazione
Il 2015 è stato l’anno di entrata a regime della NASPI. Più di 1,5 milioni di persone hanno fruito di questo trattamento. Il passaggio da ASPI a NASPI ha allungato la durata media teorica delle prestazioni dei sussidi di disoccupazione di oltre tre mesi, passando da 7,1 a 10,5.
LE POLITICHE DI SOSTEGNO ALLA POPOLAZIONE NON AUTOSUFFICIENTE IN ITALIA: DINAMICHE E PERSISTENZE
Nei prossimi 50 anni le generazioni maggiormente a rischio di non autosufficienza passeranno da un quinto a un terzo della popolazione italiana. Ad oggi il grado di copertura dell’assistenza pubblica, secondo le stime INPS, raggiunge circa il 45% delle persone non autosufficienti.
Legge per assistenza, integrazione sociale e i diritti delle persone con handicap
I permessi per congedi straordinari per disabilità grave e assistenza a soggetti disabili (L.104/92 e art.42 comma 5 D.Lgs 151/01), includendo nel calcolo le