Confagricoltura ricorda che il suolo agricolo continua a subire i danni dell’urbanizzazione, ma non solo. “Oggi questa risorsa – ha spiegato Veggia - è notevolmente ridotta anche a causa della contrazione e alla perdita di competitività del settore. Se diminuiscono le imprese agricole, si riducono anche gli agricoltori, coloro che operano con e per il suolo, lo curano, tutelando le risorse dell’ecosistema, come la biodiversità, la regolazione delle acque e il funzionamento dei cicli biologici”.
L’agricoltura continua costantemente a perdere i terreni migliori, quelli di pianura, fertili e adatti a coltivazioni estensive, ma anche quelli collinari, forse meno fertili e destinati a produzioni di qualità. Nelle aree montane, poi, il problema diventa, per Confagricoltura, ancora più grave per il progressivo abbandono di aree sempre più ampie del territorio nazionale. “Il mancato presidio antropico – ha osservato Veggia - determinando il degrado del territorio locale, incide purtroppo con fenomeni franosi e alluvionali anche sul resto del territorio”.
“La terra – conclude il vicepresidente di Confagricoltura - è una risorsa sempre più scarsa. Per questo va tutelata sul fronte ambientale, agricolo e idrogeologico. Ecco che l’agricoltura può essere strumento di regolazione del consumo di suolo, contribuendo ad una gestione del territorio che permetta un equilibrio e un dialogo tra città e campagna. Non vanno dimenticati l’agriturismo e le produzioni d’eccellenza tipiche, quasi 10.000 tra indicazioni d’origine e specialità tipiche, che oltre ad essere strettamente legati al territorio, sono un vanto e un primato nazionale”.