Per il presidente di Confagricoltura occorre che la legislazione europea incentivi ulteriormente la crescita a basse emissioni di carbonio e non penalizzi gli Stati che hanno già ridotto le loro emissioni in misura significativa. “In quest’ottica rincresce - ha osservato - che la traiettoria di riduzione delle emissioni al 2030, prevista dalla Commissione nella proposta di regolamento sulla condivisione degli sforzi di riduzione (ESR), non riconosca in alcun modo i risultati già ottenuti, né stimoli ulteriori miglioramenti, anzi sia addirittura meno ambiziosa degli impegni assunti dall’Ue, con la sottoscrizione dell’Accordo di Parigi del dicembre 2015”.
“Riteniamo indispensabile - ha affermato Guidi - che, nella discussione sulla proposta ESR per il raggiungimento dell’obiettivo europeo di riduzione del 30% delle emissioni al 2030, si punti a trovare il giusto equilibrio tra la necessità, della Commissione, di avere garantita l’integrità ambientale e la necessità di disporre di un meccanismo che valorizzi quei Paesi che più hanno operato nella mitigazione”.
Il presidente di Confagricoltura ha anche affrontato i temi della sostenibilità ambientale ed economica e della contabilizzazione delle emissioni, mettendo in evidenza la positiva esperienza italiana della produzione di energia da biogas e presto anche di biometano, che costituisce un esempio virtuoso di come si possano comunque ridurre le emissioni di gas serra valorizzando al contempo l’agricoltura e i suoi residui”.
“Intendiamo veramente ed efficacemente andare verso un’economia che sia a basse emissioni? Allora – ha concluso Guidi - occorre necessariamente un più stretto collegamento del regolamento condivisione degli sforzi (ESR) con quello sull’uso del suolo, i cambiamenti di uso del suolo e la silvicoltura (LULUCF), ma anche con la strategia europea sull'economia circolare e sulla bioeconomia”.