“Il provvedimento è un banco di prova per dare ai nostri consumatori ulteriori elementi informativi per effettuare acquisti con consapevolezza”, commenta il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
A seconda della provenienza del latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale, e per quello UHT, in etichetta – spiega Confagricoltura – andrà indicata la sua origine: Italia, Paesi Ue, Paesi non Ue. Per i formaggi Dop e Igp e per il latte fresco continuano ad applicarsi le disposizioni previste dalla normativa vigente anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto, dal momento che sono già tracciati.
“Solo per i prodotti con latte munto, condizionato e trasformato in Italia, si potrà scrivere in etichetta ‘Origine del latte: Italia’ – sottolinea Confagricoltura -. Se non c’è questa dicitura vuol dire che almeno una fase del processo non è stata fatta nel nostro Paese”.
“Finalmente c’è piena trasparenza e si permette – conclude il presidente di Confagricoltura Giansanti – di valorizzare il made in Italy, in ossequio alle migliori tradizioni che ci fanno riconoscere nel mondo come eccellenza”.