Ad avviso della rappresentante delle tre Organizzazioni professionali, “c’è comunque necessità che le azioni per migliorare la qualità dell’aria, ridurre le emissioni di ammoniaca e contrastare i cambiamenti climatici, per la diminuzione di CO2 e metano, non minaccino il mantenimento di adeguati livelli produttivi (concetto richiamato anche dall’Accordo di Parigi) e possano coniugarsi con quelle di sviluppo agricolo, zootecnico e forestale”.
Ha quindi ricordato come l’agricoltura italiana abbia già raggiunto importanti traguardi riducendo del 18% le emissioni di ammoniaca e del 16% quelle di gas climalteranti rispetto al 1990. Risultati ottenuti con la diminuzione del 30% in dieci anni dell’uso di fertilizzanti, con lo sviluppo del biogas, con il miglioramento della dieta negli allevamenti e della gestione degli effluenti, ma anche con la contrazione del numero di aziende zootecniche e dei capi allevati (dal 2010 ad oggi si registrano: - 3,5% i capi bovini nazionali, - 4,4% i capi ovicaprini e - 7,5% i capi suini).
“In totale – ha spiegato la delegata di Cia, Confagricoltura e Copagri - ci sono 1,2-1,3 milioni di capi che non alleviamo più nelle nostre campagne e che stanno ad indicare da un lato come il progresso tecnologico abbia consentito di ottenere maggiori rese ed una produzione concentrata in un minor numero di capi (è il caso del latte); dall’altro che in alcuni comparti si è di fronte, non ad una semplice razionalizzazione, ma ad un ridimensionamento preoccupante del potenziale produttivo che non è una semplice razionalizzazione. Per questo andrà considerata attentamente la concreta applicabilità delle azioni proposte e la sostenibilità economica delle stesse”.
“Nei piani di qualità dell’aria delle Regioni - ha proseguito la rappresentante di Cia, Confagricoltura, Copagri - dovranno essere previsti obiettivi e misure in linea con quelli europei e nazionali, evitando ulteriori vincoli; per questo si dovrà prestare molta attenzione all’implementazione del nuovo accordo tra ministero dell’Ambiente e Regioni”.
“Saranno di fondamentale importanza i risultati che verranno messi a disposizione della ricerca e soprattutto le azioni di trasferimento delle innovazioni alle imprese, che dovranno essere sostenute da attività di comunicazione e formazione – ha concluso Giovanna Parmigiani -. In quest’ottica Prepair potrà fornire un prezioso supporto”.