Il nostro paesaggio così come lo vediamo oggi, è frutto dell’azione dell’uomo. Dove manca questo presidio assistiamo a fenomeni legati al dissesto idrogeologico, come frane e alluvioni, che generano danni molto più ingenti rispetto a zone dove si pratica agricoltura, perché i sistemi colturali e silvo-pastorali permettono di intercettare l’acqua piovana e ripartirla. ”In questo contesto – ha proseguito Giansanti - i Consorzi di bonifica e irrigazione sono indispensabili. Perché sono chiamati, insieme alle Regioni per quanto di loro competenza, a svolgere un ruolo fondamentale per una moderna politica del territorio”.
Sono sfide che possono rappresentare anche opportunità dal lato ambientale, per migliorare la sicurezza territoriale e sociale e, dal lato economico, per aumentare l’efficienza dei processi produttivi con particolare riferimento all’uso efficiente delle risorse naturali. “È urgente – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura - investire nel rinnovamento delle infrastrutture idriche (l'età media è di 30 anni) e nell'efficienza del sistema di approvvigionamento, che presenta tassi di perdita media del 27% a livello nazionale (con punte del 50% al Sud)”.
Per Giansanti è prioritario affrontare la gestione dell’acqua in modo sistematico. “Occorre costituire nuovi invasi, dai più piccoli, a livello aziendale, a quelli più grandi adeguati alle necessità del territorio. Bisogna rinnovare i sistemi irrigui, in particolare di quelli che portano l’acqua alle aziende agricole, così come i metodi di irrigazione, privilegiando l’infiltrazione laterale e adottando la microirrigazione. Serve individuare nuovi strumenti di pianificazione per regolare la portata dell’acqua a livello di bacino e di comprensorio in relazione ai fabbisogni e promuovere strumenti di supporto all’agricoltura, come le centraline meteorologiche o i sistemi di avviso e, soprattutto, riutilizzare le acque reflue”.