“Bene hanno fatto il ministro Martina ed il governo a recepire, nelle linee generali, quanto concordato dalla filiera riso già dal 2015 – ha proseguito Massimiliano Giansanti -. Il lavoro di squadra tra mondo delle imprese e istituzioni si è rivelato fruttuoso per raggiungere gli obiettivi della semplificazione delle norme e della valorizzazione delle varietà”.
Il nuovo testo normativo - ha ricordato Confagricoltura – razionalizza le denominazioni utilizzate per commercializzare il riso e ne valorizza le varietà anche attraverso un apposito registro tenuto dall’Ente Risi. Introduce poi il concetto di denominazioni varietali dai nomi di alcune varietà ‘tradizionali’; consente pure l’utilizzo del termine ‘classico’ a patto di rispettare le regole di tracciabilità che saranno ora fissate con decreto interministeriale entro novanta giorni.
“Ci auguriamo – ha concluso il presidente di Confagricoltura - che le novità introdotte vengano apprezzate dai consumatori e che possano essere un argine agli squilibri di mercato ed al calo dei prezzi all’origine (-32% nel giro di due anni), favorendo il rilancio di una produzione di cui l’Italia è leader in Europa”.