Numerosi gli argomenti trattati, nella due giorni trevigiana, che hanno messo a confronto i rappresentanti di istituzioni, organizzazioni, amministrazioni europee e nazionali; si è dibattuto a lungo su come utilizzare le risorse comunitarie, che dovranno essere indirizzate sempre più verso sistemi di agricoltura di precisione e sulla formazione degli agricoltori, a vantaggio della capacità produttiva e della sostenibilità ambientale e per diminuire il digital divide.
“Le innovazioni tecnologiche e digitali producono dati che – ha detto Massimiliano Giansanti - devono essere condivisi e disponibili per tutti, attraverso una piattaforma europea”.
L'instabilità di mercato ed i danni creati dai cambiamenti climatici – è emerso sempre nel corso del Global Food Forum - devono essere affrontati semplificando e migliorando l'applicazione degli strumenti di gestione dei rischi (assicurazioni e fondi mutualistici) in funzione sia della diversità di condizioni dell'agricoltura negli Stati membri, sia della variabilità di caratteristiche delle filiere agroalimentari a livello nazionale e regionale. Inoltre, l’Unione europea dovrebbe rendere più incisivi e rapidi gli strumenti di gestione straordinaria di gravi crisi climatiche, sanitarie, sociali e di mercato.
“Serve – ha osservato il presidente di Confagricoltura – un pool sovranazionale che aiuti le imprese a fronteggiare calamità ed emergenze sempre più frequenti”.
Un’attenzione particolareggiata, nel corso dei lavori, è stata posta sul ‘non food’ - come le energie rinnovabili (in particolare i biocarburanti ed il biometano) - che impongono necessariamente un nuovo modello agricolo per un’intensificazione sostenibile delle produzioni, che metta al centro l'innovazione - tecnologica e digitale - e la valorizzazione della biomasse, al fine di rispondere ai principi di economia circolare e della bioeconomia.
Un tema che ha raccolto particolare interesse da parte dei partecipanti è stato quello degli equilibri di mercato e delle pratiche sleali all’interno della filiera agroalimentare.
“Gli agricoltori - ha posto in evidenza il presidente di Confagricoltura - hanno voglia di essere protagonisti del mercato e di ricavare il reddito dai prezzi che ricevono. Per ottenere questo va bene il libero mercato, ma occorrono anche regole: per favorire aggregazione e relazioni interprofessionali e per evitare pratiche sleali, dove un quadro comunitario può essere utile prendendo ad esempio le esperienze nazionali”.
Il dibattito del GFF su benessere, scienza e nutrizione si è incentrato essenzialmente sui problemi della comunicazione, spesso superficiale e volta a screditare il settore agroalimentare. Opinioni scientifiche supportate da laboratori e Università pubbliche, più piattaforme di confronto tra i decisori e la filiera, maggiore comunicazione istituzionale sono le soluzioni proposte.
“Importante – ha sottolineato ancora Giansanti - è anche considerare che l’opinione dei consumatori, che poi influenza i decisori, si forma principalmente sui social e su web. Bisogna reagire come fanno le grandi Company (Coca Cola, Heineken) presidiando il web ed i social dove nascono le fake news e intervenendo. La Commissione dovrebbe creare un pool app