E dal prossimo anno cosa si aspetta? “più che altro dal prossimo governo mi aspetto che possa essere guidato da persone che vorranno ascoltare chi ha le aziende e chi fa l’Italia tutti i giorni. Nello specifico per l’agricoltura abbiamo bisogno di adeguare le strutture portuali e aeroportuali al fine di poter vendere i prodotti made in Italy nel mondo”, prosegue. Ma non solo: “Anche di tutti gli strumenti, a partire dal una maggiore aggregazione dell’offerta e le organizzazioni interprofessionali, che mettano il nostro paese nelle condizioni di poter competere ad armi parti con i competitor stranieri. Per questo servono delle politicbe adeguate, come l’Ocm”. E dall’Europa? “ Ci aspettiamo che possa iniziare una seria discussione sulla Pac in termini sia di budget che di rivisitazione. Si tratta di una politica comune che nasce nel ‘60 con lo scopo di sostenere il reddito degli agricoltori. Tale deve restare”.
Da ricordare infine – spiega ancora il presidente di Confagricoltura - un importante accordo tra agricoltura e industria sulla pasta. “Chi ha a cuore il futuro del comparto riesce a trovare delle soluzioni sinergiche per il bene di tutti. Perché gli agricoltori si aspettano dalle proprie organizzazioni di categoria di essere tutelati e rappresentati nella valorizzazione dei propri interessi. Come riporta l’articolo 1 dello statuto della Confagricoltura”, conclude.