“Quest’anno – ha ricordato Confagricoltura - il tema della Giornata mondiale dell’acqua 2018 è ‘Nature for Water’; l’invito è ad usare le soluzioni che si trovano in natura per ridurre le inondazioni, la siccità e l’inquinamento delle acque. E, in natura, ci sono anche l’agricoltura e la forestazione che presidiano e tutelano più del 70% del territorio italiano”.
“Il discorso sull’acqua è strettamente connesso a quello del suolo, per il quale è indispensabile l’attività degli agricoltori – ha proseguito l’Organizzazione –. Il suolo è il più grande serbatoio di carbonio terrestre, immagazzina e filtra l’acqua e aiuta a fronteggiare inondazioni e siccità grazie alla sua naturale resilienza. In quest’ottica, va sottolineato come le aree rurali e forestali siano vere e proprie ‘infrastrutture verdi’ che possono contenere il dissesto idrogeologico. Per questo bisogna impedire l’abbandono dei territori da parte degli agricoltori”.
“Molto si può fare per ridurre l’uso dell’acqua in agricoltura avendo però sempre consapevolezza che il settore primario non consuma acqua perché quella impiegata nell'uso irriguo non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale – ha osservato Confagricoltura -; difatti un’elevata percentuale d’acqua prelevata dalle fonti idriche viene restituita al sistema ambientale, a valle dei processi produttivi. E, comunque, qualora non prelevata per l'irrigazione, in alcuni periodi dell'anno finirebbe non utilizzata in mare”.
Per tali motivi Confagricoltura invita a leggere con attenzione i dati che vengono diramati sull’impronta idrica di alcune produzioni agricole, “perché non sempre corrispondono all’effettivo utilizzo di acqua da parte delle colture e degli allevamenti e, soprattutto, non tengono conto dei benefici economici, ambientali e sociali apportati dal settore primario”.