“Siamo favorevoli alla libera competizione sui mercati aperti – ha aggiunto Giansanti – ma alcune regole fondamentali devono valere per tutti. Non possono arrivare sul mercato dell’Unione prodotti ottenuti con requisiti inferiori a quelli stabiliti dall’UE in termini di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e protezione delle risorse naturali”.
In occasione delle numerose iniziative promosse dalla Confagricoltura, anche in ambito europeo, sulla crisi del settore risicolo, è stato fatto riferimento alle denunce del Consiglio ONU sui diritti umani che parlano chiaro su quella che è la situazione in Myanmar.
Confagricoltura ricorda che le importazioni di riso sono salite progressivamente dal 2009: la Cambogia è diventata il primo Paese esportatore verso il mercato europeo. E l’import di riso da Myanmar ha fatto registrare un aumento di oltre il 60 per cento a luglio di quest’anno rispetto allo stesso mese del 2017.
“In queste condizioni - ha sottolineato il presidente di Confagricoltura - è partito inevitabilmente un processo di forte riduzione dei prezzi sul nostro mercato che mette a rischio la continuità produttiva delle imprese. Per alcune varietà stiamo già assistendo ad un preoccupante calo degli investimenti”.
Confagricoltura ricorda, infine, che dal marzo di quest’anno è in corso un’indagine della Commissione europea per accertare l’impatto provocato dalle importazioni a dazio zero da Cambogia e Myanmar.