“Ciò che viene attualmente rilevato - spiega l’Organizzazione agricola - non è l’utilizzo di prodotti non autorizzati o vietati, ma un uso non del tutto in linea, avvenuto in particolare nel 2018, con alcune prescrizioni in etichetta di agrofarmaci regolarmente autorizzati”.
“Né peraltro occorre mettere in discussione – continua Confagricoltura - l’utilizzo di mezzi tecnici necessari alla difesa delle piante al fine di assicurare la qualità delle produzioni ed adeguate rese produttive, sempre che vengano utilizzati nelle giuste dosi, solo quando necessari, e rispettando i tempi di carenza, così come anche indicato nelle premesse della recente mozione approvata dalla Camera dei deputati sui prodotti fitosanitari”.
Su questo aspetto Confagricoltura sottolinea la prioritaria necessità di proseguire nell’azione di informazione e formazione degli operatori agricoli ed agro meccanici sulle corrette modalità di impiego degli agrofarmaci, rispetto ad altre azioni che rischiano di bloccare l’attività agricola. E ricorda che, anche a causa dell’impossibilità ad impostare una corretta difesa fitosanitaria, siamo di fronte ad un progressivo ridimensionamento di alcune colture con particolare riferimento al mais, le cui superfici, come indicato da Ismea, sono ai livelli più bassi registrati negli ultimi venti anni, segnando una perdita di circa 420 mila ettari (- 40%), pari a 3,8 milioni di tonnellate (- 38%).