A settembre 2018 The Lancet ha pubblicato il risultato dello studio Prospective Urban Rural Epidemiology (PURE). Un ampio studio di coorte – su 136.384 individui in età 35-70 anni, arruolati in 21 Paesi nei cinque continenti e seguiti per più di nove anni – che segna un importante punto a favore del consumo di latte. (1)
The Lancet, uno studio su 136 mila individui
Utilizzando questionari di frequenza validati, specifici per Paese, i ricercatori hanno registrato l’assunzione abituale – da parte di ogni partecipante allo studio – di latte e latticini, yogurt e formaggio compresi, i quali sono stati ulteriormente suddivisi in latticini interi e scremati. Le frequenze di consumo sono state poi correlate a morte per eventi cardiovascolari maggiori (cause cardiovascolari, infarto miocardico non fatale, ictus o insufficienza cardiaca).
I risultati indicano che: a) l’assunzione di latte intero (> 2 porzioni al giorno vs nessuna) è associato ad un minor rischio di morte per patologie cardiovascolari e non; b) l’assunzione di latte e yogurt (> 1 porzioni al giorno vs nessuna) è associato a un minor rischio; c) l’assunzione di formaggio e di burro non sono significativamente associate a esiti clinici.
Gli autori concludono che un maggiore consumo di latticini risulta associato a minori rischi di mortalità per malattie cardiovascolari, in particolare ictus, e suggeriscono che il consumo di prodotti lattiero-caseari non dovrebbe venire scoraggiato e forse dovrebbe anche essere incoraggiato, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito.
Partendo dai risultati di questo lavoro scientifico, è doveroso fare il punto sull’annosa domanda che segue.
Il latte fa bene o fa male?
Premessa fondamentale, alcune persone non possono assumere il latte a causa di intolleranze o allergie alimentari. Attenzione, si fa spesso molta confusione tra allergia e intolleranza alle proteine del latte. È indispensabile precisare, a tale proposito, che:
– per intolleranza si intente l’incapacità di degradare il lattosio (zucchero del latte), in quanto a livello intestinale non è espresso la lattasi, l’enzima indispensabile per la sua degradazione;
– per allergia si intende l’allergia alle proteine del latte, correlata alla produzione di anticorpi contro queste proteine e legata a sintomi anche molto gravi come lo shock anafilattico. A queste persone il latte fa sicuramente male.
I detrattori del latte
The China Study è senza dubbio il testo più celebre, a livello internazionale, ove si afferma che il latte, e in particolare le caseine ivi presenti, possano essere addirittura cancerogene. (2) The China Study è un libro pubblicato nel 2005 dal biochimico e nutrizionista T. Colin Campbell, uno dei responsabili del China Project. Uno studio epidemiologico molto vasto – frutto della collaborazione fra Cornell University, Accademia cinese di Medicina preventiva, Accademia cinese di Scienze mediche e Oxford University – volto a indagare l’eventuale correlazione tra determinati cibi e lo sviluppo di malattie cardiovascolari e cancro.
Un esperimento in-vivo su cavie di laboratorio è posto alla base delle asserzioni di Campbell. Alle cavie è stato imposto un regime alimentare costituito per il 20% di caseina a un gruppo di topi e per il 5% a un altro gruppo. Alle cavie era stata somministrata aflatossina per indurre la crescita di tumori. Nel secondo gruppo di topi, i tumori che si sviluppavano erano decisamente