In questo periodo la caccia di selezione è sospesa, gli ATC - Ambiti Territoriali di Caccia sono chiusi, la selvaggina aumenta e i danni ai campi seminati sono sempre più importanti.
La riduzione e, in molti casi, il totale annullamento delle operazioni di controllo selettivo della fauna selvatica nelle campagne sta determinando l'aumento esponenziale dei danni alle coltivazioni, in particolare nelle zone dove si è già avviata la semina del mais.
Inoltre, la forte riduzione dell'attività di selezione e controllo della fauna selvatica, unita al pressoché totale blocco della circolazione stradale lascia spazio agli animali selvatici che si spingono fino ai centri abitati. Il fenomeno è visto con stupore dai cittadini, ma con grande preoccupazione da parte degli agricoltori, perché i danni alle coltivazioni stanno aumentando in modo esponenziale.
Gli agricoltori, oltre a lamentare i danni, fanno rilevare come la chiusura degli Ambiti Territoriali di Caccia per l’emergenza COVID-19 non comporti grandi variazioni nella presentazione le denunce di danni ma comporti problematiche inerenti le perizie da parte degli enti competenti.
Venerdì 3 aprile Confagricoltura ha scritto una lettera alla Regione e alle Province nella quale ha esposto la situazione suddetta e ha chiesto di autorizzare gli agricoltori a incaricare tecnici per svolgere le perizie oppure di lasciar loro autocertificare gli attacchi dei selvatici e i danni subiti, stante le difficoltà degli ATC - Ambiti Territoriali di Caccia - a disporre in tempo utile le perizie.
Lunedì 6 aprile è giunta la risposta del dirigente responsabile del Settore Tutela della Fauna della Regione Paolo Cumino, che ha precisato che è sempre indispensabile la denuncia di danno. Il dirigente scrive “anche in considerazione della difficoltà ad effettuare in tempi brevi gli adempimenti istruttori conseguenti, si suggerisce inoltre di richiedere al titolare di fornire, se possibile, materiale fotografico dei luoghi e dei danni subiti”.
Ieri, 7 aprile, la Regione ha chiarito di aver autorizzato i CAA alla segnalazione dei danni anche in assenza di sottoscrizione preliminare da parte del rappresentante legale dell’azienda interessata e successiva regolarizzazione.
La Regione ha altresì precisato che è possibile che si verifichino le condizioni per cui il sopralluogo, almeno nella maggior parte dei casi, possa non essere svolto nel rispetto delle tempistiche ordinarie previste dalla normativa regionale in materia di indennizzi di danni da fauna.
Inoltre, il 1° aprile Confagricoltura aveva scritto alla Regione un’altra lettera, che rimandava a una precedente istanza relativa al regime del cosiddetto “de minimis” applicato al risarcimento dei danni arrecati dagli animali selvatici alle colture (specie con riferimento alle aziende ubicate nelle cosiddette “aree parco – protette”) e al successivo incontro istituzionale con il Vice Presidente, con la quale si è sottolineato la convinzione che le disposizioni in materia, nazionali e regionali, prevedano un diritto soggettivo al risarcimento del danno subìto dagli agricoltori e dalle società agricole a causa degli animali selvatici (fauna protetta).
L’art. 36 della L.R. n. 19/2009, infatti, chiarisce che, a fronte dei danni arrecati dalla fauna protetta, compete un di