Confagricoltura Alessandria
29-05-2020
Inquinamento, crisi climatica e pandemia
Inquinamento, crisi climatica e pandemia

Inquinamento, crisi climatica e pandemia

Non ci sono dubbi che le epidemie sono espressione di uno stress ambientale e di un’alterazione dell’equilibrio tra l’uomo e il suo ambiente di vita.[1]  Virus e batteri fanno parte dell’ambiente naturale così come l’uomo; nel nostro organismo convivono almeno 10 milioni di miliardi di microrganismi estranei, che hanno partecipato alla nostra evoluzione, contribuendo a dare forma al nostro sistema immunitario, fanno parte del nostro patrimonio genetico  e della nostra vita di relazione col mondo esterno.[2, 3]

Per prevenire le malattie dobbiamo dunque considerare l’uomo e il suo ambiente nel loro insieme, agendo su quei fattori ambientali che sono modificabili, in quanto dipendono dalle nostre scelte. Ma quali sono le cause ambientali note delle epidemie su cui possiamo agire? Recentemente sono stati pubblicati diversi studi che hanno messo in relazione l’esposizione a inquinamento atmosferico e la diffusione del coronavirus, o la sperimentazione degli effetti più gravi della Covid-19.[4] Alcuni di questi [5] sono stati criticati per le carenze metodologiche sottolineando che “di motivi per ridurre le emissioni di particolato, o di gas climalteranti, ce ne sono già fin troppi; a prescindere dall’epidemia di Covid-19 dobbiamo ridurre l’inquinamento dell’aria e contrastare drasticamente il riscaldamento globale. Non occorrono teorie – non ancora dimostrate – che mostrino altri possibili pericoli legati al particolato (…)”.

Tra questi motivi ricordiamo che ogni anno a livello globale il solo particolato atmosferico è responsabile di un numero di decessi pari a circa 7 milioni. In Italia la mortalità prematura attribuibile a PM2.5, O3 ed NO2 è stata stimata  in più di 80.000 casi/anno, senza considerare gli effetti di tutti gli altri inquinanti.[6]  È  altresì noto il nesso causale certo tra l’inquinamento atmosferico e molte malattie concausa di una situazione di gravità nella Covid-19 (cardiache, vascolari, respiratorie); l’azione deprimente il sistema immunitario ed il normale sviluppo della funzionalità respiratoria nei bambini[7]; l’aumento di rischio di patologie respiratorie e infezioni acute delle basse vie respiratorie particolarmente in soggetti vulnerabili, quali anziani e bambini.[8] Un’altra caratteristica dell’inquinamento atmosferico, e in particolare dei picchi dei livelli di inquinamento, è quella di causare un aumento di decessi prematuri proprio a carico della popolazione anziana  e di sottogruppi di popolazione più vulnerabile  in quanto affetta  da una o più patologie croniche, la stessa popolazione più colpita da covid-19.[9]
Il fenomeno è noto come “effetto harvesting”.

Anche  l’instabilità del clima e in particolare le ondate di calore e di freddo estremo possono avere impatti gravi in popolazioni potenzialmente più suscettibili

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