Lo stato di salute del comparto degli allevamenti dei bovini da carne è stato ampiamente approfondito nel corso del Tavolo di filiera che si è tenuto ieri all’assessorato all’Agricoltura.
Lo stato di salute del comparto degli allevamenti dei bovini da carne è stato ampiamente approfondito nel corso del Tavolo di filiera che si è tenuto ieri all’assessorato all’Agricoltura.
Confagricoltura ha sottolineato ancora una volta come l’emergenza determinata dalla siccità abbia aggravato significativamente la situazione di difficoltà economica degli allevamenti a causa della scarsa disponibilità di foraggi di primo taglio, della contrazione della produzione di mais di primo raccolto e della compromissione delle coltivazioni di secondo raccolto (per esempio mais, sorgo, panico ed erbai vari).
Particolari difficoltà sono state evidenziate dagli allevatori di capi da carne di razza Piemontese che, in base ad uno studio condotto su un campione rappresentativo di aziende, aggiornato alla luce dei recenti forti rincari delle materie prime e dell’energia, registrano attualmente una perdita di 41 centesimi al chilogrammo di peso vivo del bovino maschio rispetto al prezzo massimo rilevato dai mercuriali della Camera di commercio di Cuneo.
Uno scenario che preoccupa fortemente questo segmento zootecnico e che, in assenza di misure adeguate, rischia di portare a una forte contrazione degli allevamenti, anche a causa dei probabili aumenti delle materie prime che si profilano nei prossimi mesi a seguito del peggiorare della crisi dovuta al conflitto.russo-ucraino.
Per questi motivi, oltre ai sostegni diretti agli allevatori già previsti a livello comunitario e nazionale e a quelli indispensabili e urgenti finalizzati a contenere il costo dell’energia (elettricità, gas e gasolio), sarebbe importante che nelle sedi istituzionali competenti si promuovessero azioni, anche strutturali, idonee a riposizionare sul mercato, in un ambito economicamente sostenibile, la carne di bovino e in particolare quella della razza Piemontese certificata.
A fronte della situazione prospettata, l’assessore all’Agricoltura ha chiesto a tutti i rappresentati della filiera, che si sono impegnati in tal senso, di predisporre un documento condiviso sugli interventi da attuare in questa fase di emergenza ed eventualmente anche su quelli da mettere in atto nel medio periodo per rendere le quotazioni di mercato più stabili e adeguate agli effettivi costi di produzione.
Nel frattempo gli uffici della Regione verificheranno la possibilità di adottare uno strumento in grado di quantificare, nel più breve tempo possibile, i costi di produzione degli allevamenti di carne, in particolare quelli di razza Piemontese, in modo da sensibilizzare gli acquirenti ad applicare prezzi ragionevoli anche in sintonia con quanto previsto dal decreto legislativo 198 dell’8 novembre 2021, recante misure atte a contrastare le pratiche commerciali sleali nelle filiere agricole alimentari.
Nella prossima programmazione dello Sviluppo rurale, che sarà avviata a partire dal prossimo anno, il Piemonte ha anche previsto specifici sostegni per incrementare la sostenibilità degli allevamenti sul piano del benessere animale e della biosicurezza. Verrà avviata una campagna di promozione e valorizzazione della carne bovina piemontese nei confronti dei consumatori mirata anche a contrastare le critiche nei confronti del settore zootecnico, tacciato di scarsa compatibilità con l’ambiente.