E’ opinione comune che esista una discrepanza, ormai consolidata, tra i prezzi agricoli e quelli dei prodotti ai consumatori: mentre questi ultimi continuano a crescere, i primi calano
E’ opinione comune che esista una discrepanza, ormai consolidata, tra i prezzi agricoli e quelli dei prodotti ai consumatori: mentre questi ultimi continuano a crescere, i primi calano.
Con questa considerazione preliminare Confagricoltura è intervenuta all’incontro di ieri a Viterbo che ha chiuso il ciclo di appuntamenti preliminari al Food System Summit, il vertice globale che affronta a 360 gradi la complessità dei sistemi alimentari, in programma a Roma, nella sede della FAO, dal 24 al 26 luglio.
La crescita della domanda di cibo e la conseguente necessità di aumentare la produzione agricola per assicurare l’approvvigionamento alimentare, secondo l’Organizzazione degli imprenditori agricoli, rappresenta una tendenza di vaste proporzioni che vede coinvolte tutte le economie mondiali.
Nel prossimo decennio occorrerà aumentare la produzione agricola media globale del 28% e ciò comporterà cambiamenti nell’assetto stesso del settore primario. Sarà, infatti, necessario stabilire su dove distribuire questo incremento e con quali strumenti e risorse, tenendo per di più conto che a tale aumento non corrisponderà una crescita del numero di ettari di terreno coltivabili, anzi, il contrario.
Altro argomento centrale è quello dei cambiamenti climatici e, secondo Confagricoltura, il sistema primario deve continuare a essere parte della soluzione, come lo è stato fino ad oggi. Basti pensare che, a livello mondiale, nell’arco di 30 anni il settore agricolo ha ridotto le emissioni pro capite del 20%. Il modello agricolo italiano si è dimostrato tra i più efficaci in questo contesto.
In tale ambito si inseriscono il processo di transizione ecologica e l’applicazione della ricerca di base al miglioramento delle specie vegetali e animali: Confagricoltura ha infatti auspicato che l’iter di conversione in legge del provvedimento che dovrebbe autorizzare nel nostro Paese le Tecniche di evoluzione assistita non incontri ostacoli. L’apertura alla ricerca genomica trova preparate le università italiane che in questi anni non hanno mai smesso di lavorare e trovare soluzioni per migliorare quantità e qualità delle produzioni.