Il fondo nazionale per la copertura dei danni catastrofali meteo climatici alle produzioni agricole, istituito con la legge 234 del 30 dicembre 2021 e gestito dalla società AGRI-CAT srl è stato
Il fondo nazionale per la copertura dei danni catastrofali meteo climatici alle produzioni agricole, istituito con la legge 234 del 30 dicembre 2021 e gestito dalla società AGRI-CAT srl è stato l’argomento centrale dell’incontro organizzato recentemente da Confagricoltura Siena.
In altre parole, Agricat è una copertura mutualistica - strumento previsto nell’ambito del Piano strategico della Pac (SRF04), attraverso il quale saranno gestiti, almeno in parte, i danni da avversità di natura catastrofale (alluvione, gelo/brina, siccità) alle produzioni agricole sull’intero territorio nazionale.
Rammentiamo che tutti gli agricoltori che percepiscono pagamenti Pac contribuiscono, in modo automatico, al fondo AgriCat con una quota pari al 3% dei pagamenti diretti percepiti in cambio di una copertura per i rischi catastrofali; parte rimanente per arrivare ai circa 350 milioni di euro annui è reperita dal budget del II Pilastro della Pac (Sviluppo rurale).
La copertura, che va dal 1° gennaio al 31 dicembre di ogni anno a partire dal 2023, riconosce solo parte dei danni diretti ovvero solo quelli sul frutto pendente (raccolto dell’anno). Ad esempio, nel caso delle produzioni arboree (per esempio frutta e vite) dove le avversità catastrofali possono produrre danni permanenti (in caso di alluvione o di fortissima gelata), Agricat non copre i danni alla pianta ma solo la perdita di produzione dell’anno.
I danni al capitale agrario e alle strutture (pali, fili, impianti di difesa attiva) possono essere gestiti con polizze assicurative agevolate oppure con interventi ex post previsti nell’ambito dei Programmi di sviluppo rurale.
L'attività del Fondo è stata avviata in forma sperimentale il primo gennaio 2023 e, ad oggi, è già possibile fare qualche ponderata considerazione.
Tra i relatori dell’incontro era presente Fabian Capitanio, Professore di economia e politica agraria presso il Dipartimento di medicina veterinaria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, ed esperto scientifico per World Bank e Parlamento Europeo.
I suoi ambiti di ricerca riguardano proprio: la gestione del rischio in agricoltura, le politiche di sostegno pubblico per i redditi agricoli, l'analisi dei comportamenti produttivi degli agricoltori, la gestione sostenibile delle risorse rinnovabili, nonché l'analisi della competitività delle aziende agro-alimentari in Italia.