Il Ministero dell’Agricoltura ha stabilito, tramite decreto, di riassegnare le somme residue, pari a 19 milioni di euro circa, già stanziate con decreto del 28 luglio 2022
Il Ministero dell’Agricoltura ha stabilito, tramite decreto, di riassegnare le somme residue, pari a 19 milioni di euro circa, già stanziate con decreto del 28 luglio 2022 che assegnava indennizzi agli allevatori che avevano subito danni indiretti a causa delle misure di contrasto alla Peste Suina Africana.
Ricordiamo che l’epidemia è stata riscontrata nel territorio della provincia di Alessandria nel gennaio 2022 e che, da allora, sussistono limitazioni in 114 comuni della provincia. La zona cosiddetta di “restrizione” interessa oggi le provincie di Alessandria, Asti, Cuneo, Genova, Pavia e Piacenza. Nella zona rossa del Piemonte gli allevatori hanno dovuto abbattere i suini, seppure sani, e ancora oggi non possono riprendere l’attività di allevamento.
Il nuovo decreto ministeriale, di fatto, estende gli aiuti, inizialmente previsti fino a fine giugno 2022, anche per l’arco temporale che va dal 1° luglio 2022 al 31 luglio 2023.
Tra gli indennizzi è previsto anche il “vuoto stalla” ossia l’obbligo di non ripopolare le stalle dove sono avvenuti gli abbattimenti; i costi per il prolungato allevamento (laddove i suini non sono stati abbattuti ma non possono essere movimentati); gli aumenti di costi per la macellazione.
“Si tratta di una misura fortemente richiesta da Confagricoltura Alessandria – spiega il direttore Cristina Bagnasco – che dà una boccata di ossigeno ai nostri allevatori. Non si tratta tuttavia di una misura risolutiva. Il commissario straordinario ha indicato un arco temporale di tre anni per l’eradicazione della malattia e risarcimenti previsti ad oggi non arrivano a coprire il 2023. Purtroppo non si intravede ancora la possibilità di pianificare una ripresa dell’attività”.
"Apprezziamo gli sforzi fatti dal Governo, dalla Regione e dalla struttura commissariale – aggiunge la presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Sacco – ma siamo consapevoli del fatto che l’unica soluzione per contrastare l’epidemia è il contenimento dei cinghiali e un rigoroso controllo del territorio”.