La proposta di revisione della direttiva Ue in materia di emissioni inquinanti, discussa in questi giorni dal trilogo (rappresentanti di Commissione, Consiglio e Parlamento europei riuniti in sede congiunta)
La proposta di revisione della direttiva Ue in materia di emissioni inquinanti, discussa in questi giorni dal trilogo (rappresentanti di Commissione, Consiglio e Parlamento europei riuniti in sede congiunta), è stata oggetto di un accordo migliorativo rispetto alle versioni iniziali della Commissione Ue che, se accolte, avrebbero compromesso le prospettive dell’intera zootecnia italiana.
Così la pensa Confagricoltura dopo che è stata accolta, in modo definitivo, la sua richiesta di non estendere in via immediata ai bovini l’applicazione della nuova normativa: se ne riparlerà nel 2026.
Tuttavia, l’intesa finale raggiunta è ancora largamente insoddisfacente per gli allevatori di suini ed avicoli poiché si prospettano nuovi e pesanti oneri che sono assolutamente ingiustificati, non essendo gli allevamenti in alcun modo equiparabili alle industrie più inquinanti.
Infatti, la zootecnia italiana è in prima fila impegnata nel continuo miglioramento della sostenibilità ambientale, tant’è che i dati dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) certificano i risultati già ottenuti in questi anni sotto il profilo della riduzione delle emissioni di ammoniaca e di gas ad effetto serra.
