All’emergenza energetica e alimentare si aggiunge quella dovuta ai cambiamenti climatici e agli effetti che questi determinano, dalla siccità alle alluvioni.
“All’emergenza energetica e alimentare si aggiunge quella dovuta ai cambiamenti climatici e agli effetti che questi determinano, dalla siccità alle alluvioni. E il 2024 sta diventando un anno con episodi estremi legati alla siccità nel Sud Italia e alle alluvioni al Nord. E' necessario ragionare su come affrontare insieme la sfida della produzione alimentare preservando al contempo le risorse naturali, a iniziare dall’acqua”.
Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, al convegno “Un futuro POssibile. La gestione dei grandi fiumi: le esperienze del Po e del Rodano”, un momento di confronto tra le istituzioni, le autorità d’ambito e le associazioni per gestire nel modo più equilibrato ed efficiente le risorse idriche e i grandi ecosistemi fluviali, partendo dalle infrastrutture.
Rinaturazione, vasche di laminazione, riutilizzo delle acque reflue e pratiche di economia circolare: questi i temi principali della mattinata che ha approfondito i modelli di gestione di due grandi fiumi simili per caratteristiche fisiche e idrauliche, il Po e il Rodano.
“In Francia – ha spiegato il direttore del Settore Acqua della Compagnie Nationale du Rhône, Eric Divet – si sono superate in gran parte le criticità per trovare un equilibrio tra le diverse esigenze: navigazione commerciale, turistica, produzione di energia idroelettrica, tutela delle attività produttive agricole e dell’ambiente”.
In Italia da tempo l’assetto del fiume Po è oggetto di studio, “Ma ancora oggi - come evidenziato da Fabio Boccalari, presidente dell’Associazione Pioppicoltori Italiani, ed Enrico Allasia, presidente delle FNP Risorse boschive di Confagricoltura - manca un programma strategico complessivo e un dialogo costante con tutti gli attori coinvolti per tutelare gli impegni ambientali in modo pragmatico, senza indebolire il tessuto economico, né le filiere strategiche per il Paese, come quella del pioppo”.
Per un’ottimale gestione del sistema fluviale è necessario considerare più elementi: dalla tutela della falda freatica, come ha detto il direttore di Confagricoltura Pavia Alberto Lasagna, al riutilizzo delle acque reflue ai fini irrigui, come ha affermato Tania Tellini, direttore del Settore Acqua di Utilitalia.
Andrea Colombo, dell’Autorità distrettuale del Fiume Po, e Gianluca Zanichelli, direttore dell’AIPO, si sono soffermati sul Piano di Rinaturazione del Po, finanziato con 360 milioni dal PNRR. Un piano che, nelle prime schede di intervento, ha già registrato elementi di criticità evidenti per le imprese agricole interessate dal corso del fiume e sulle quali, ha rimarcato Franco Dalle Vacche di Confagricoltura Ferrara, occorre un confronto senza pregiudizi e che tenga conto degli esempi internazionali. “Un dialogo che dovrà necessariamente includere il Masaf tra i principali interlocutori” - ha precisato il dirigente della Direzione Foreste Alberto Manzo.
Ha chiuso i lavori il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che ha ricordato lo stanziamento di 12 miliardi per interventi infrastrutturali per la sicurezza del settore idrico, condividendo l’urgenza di piani straordinari di manutenzione, sia per gli invasi esistenti, sia per la rete di distribuzione, e misure di pianificazione attente alla tutela dell’agricoltura e dell’ambiente “senza fanatismo ecologico”.