28-02-2009
La Zaia Pensiero
Raccolta delle domande e delle relative risposte fornite dal ministro Zaia riguardo ai contenuti del “decreto legge” sulle quote latte.
La Zaia Pensiero
Raccolta delle domande e delle relative risposte fornite dal ministro Zaia riguardo ai contenuti del “decreto legge” sulle quote latte.
Vi accusano di aver scritto il decreto per pochi amici. E' così?
Sono i numeri a smentire queste accuse strumentali. Il decreto interessa 17.214 aziende su un totale di 40 mila.
Delle oltre 17.214, 8404 hanno multe da pagare e, di queste, 4264 hanno le vacche in stalla; 4718 sono aziende titolari di quota B e 4092 sono invece le aziende titolari di contratto di affitto di quote. Significa che il decreto assegna quote a molte categorie: a tutti coloro che non sono titolari di quote oggi ma che l'hanno affittata per produrre latte, e a tutte quelle aziende che sono titolari di quota B e agli splafonatori.
Le 4264 aziende cui si fa riferimento, rappresentano comunque poco più del 10% del totale delle aziende italiane. Che cosa significa?
Semplice: che le 4264 aziende in produzione con una multa da pagare producono il 25% del latte nazionale, ovvero il 25% dei 10 milioni e 800 mila tonnellate prodotte in Italia ogni anno. I numeri parlano chiaro: il 10% delle aziende, quasi sempre condotte da giovani allevatori, produce il 25% del latte nel nostro Paese.
Un'altra accusa è quella di aver varato così una sorta di sanatoria. Perché non è così?
Non si tratta di una sanatoria perché, a differenza di quanto avvenuto nel 2003, la rateizzazione prevista dal decreto quote latte è onerosa: prevede il pagamento di interessi fino al 6%. Chi non pagasse anche solo una rata, perderebbe la titolarità delle quote e ogni beneficio previsto dalla norma. Lo Stato incasserà cioè un miliardo e 671 milioni di euro da 8404 aziende, delle quali 4264 ancora in produzione, grazie ad una rateizzazione del debito che prevede interessi superiori al 6%; il blocco totale della PAC aziendale fino al pagamento della prima rata. Inoltre se si saltasse il pagamento anche una sola volta, si perderebbe la quota assegnata. Per “scoraggiare” i produttori illegali abbiamo introdotto poi due clausole: se si produce senza quota, la multa è aumentata del 150% e le quote non si potranno vendere fino al primo aprile 2015. Di fatto quindi, chi non rispetta le regole viene espulso dal sistema.
Lo Stato non dovrebbe difendere la legalità?
Assolutamente sì, lo Stato deve essere il garante della legalità. E infatti nel decreto c'è scritto che la distribuzione delle quote avverrà al netto delle quote vendute, per cui se uno produce 100 e ha venduto 100 riceverà zero.
Il fatto che gli splafonatori abbiano diritto alle nuove quote danneggia gli affittuari?
No, sono alla pari. Entrambi avranno subito le nuove quote. La differenza è che gli affittuari hanno affittato quote a 6 o 4 centesimi al litro, mentre gli splafonatori hanno pagato 27 centesimi al litro per aver prodotto più del consentito. Lo splafonatore paga per non aver rispettato la legge.
Se gli splafonatori non aderissero alla rateizzazione cosa accadrebbe?
Si produrrebbe nuova mungitura perché, in applicazione della legge 119, si assegnerebbe quota B non prodotta che così sarebbe invece “prodotta”.
Quindi aumenterebbe la produzione totale?
Si. E noi invece abbiamo voluto “sospendere” l'applicazione della 119: la norma non viene modificata e resterà in piedi anche per il futuro, ma la sua applicazione pedissequa, oggi, ci avrebbe costretto ad autorizzare nuova mungitura che, come tutti sanno, non è né possibile né auspicabile, visto il prezzo stracciato con cui si chiudono i contratti del latte. Nuova mungitura porterebbe ad un abbattimento del prezzo del prodotto, con prevedibili danni per tutti. Ed ecco perché la distribuzione delle quote è un passaggio fondamentale: il decreto prevede assegnazioni a tutte le categorie produttive attive sul mercato.
E' vero che il prezzo del latte è crollato dopo la trattativa italiana in Europa?
Assolutamente no. Questa è una leggenda metropolitana diffusa da chi sostiene che le 640 mila tonnellate di nuove quote latte che L'Italia ha avuto dall'Europa siano la causa del crollo del prezzo del prodotto. Solo i disinformati possono sostener