16-05-2011
Festeggiati i primi 25 anni di attivitÃ
Venerdì 13 maggio presso il Marengo Museum di Spinetta Marengo SATA ha festeggiato i 25 anni di attivitÃ
Festeggiati i primi 25 anni di attivitÃ
Venerdì 13 maggio presso il Marengo Museum di Spinetta Marengo SATA ha festeggiato i 25 anni di attività.
Nata nel 1986, SATA oggi opera nel settore agroalimentare su tutto il territorio nazionale. Offre servizi di sperimentazione, consulenza, analisi, verifiche per diversi soggetti della filiera vegetale. Annovera tra i suoi Clienti ditte fornitrici di mezzi tecnici, aziende agricole, aziende di trasformazione, catene distributive.
Per integrare i propri servizi dal 1993 ha contribuito con altri partner del mondo produttivo alessandrino alla costituzione del laboratorio
Cadir Lab. “25 anni sono un compleanno importante, un traguardo da festeggiare ma anche un’occasione per riflettere: il pensiero ritorna al passato, al vissuto, al cammino percorso e da qui si apre al futuro, al divenire, agli obiettivi di domani” ha affermato Roberto Capurro,
socio di SATA.
“Ed è con questo spirito che abbiamo organizzato questo convegno per festeggiare i nostri primi 25 anni di attività – gli ha fatto eco Giuseppe Concaro, socio e presidente di SATA – dedicandolo ai cambiamenti dell’agricoltura in questo quarto di secolo e alle prospettive degli anni a venire”.
Al convegno sono intervenuti tre autorevoli studiosi che hanno trattato sotto diverse angolazioni il tema “Agricoltura 1986 – 2011: com’è cambiata e come cambierà”. I lavori, condotti magistralmente dall’agronomo Marco Visca, si sono svolti alla presenza di un pubblico numeroso di tecnici e operatori della filiera vegetale di tutto il territorio nazionale.
Antonio Saltini, eminente giornalista agricolo e docente di Storia dell’Agricoltura all’Università di Milano, ha trattato della Green Revolution, lo straordinario balzo tecnico-produttivo che tra il 1960 e il 2000 ha consentito di triplicare la produzione mondiale di cereali e far fronte ai bisogni della popolazione mondiale che, in 40 anni, è raddoppiata.
Antonio Saltini ha poi introdotto la drammatica sfida che attende l’agricoltura del pianeta dei prossimi 40 anni: nutrire 9 miliardi di
abitanti, dovendo confrontarsi con risorse sempre più limitate. Quindi Amedeo Reyneri, docente di Agronomia e Coltivazioni Erbacee all’Università di Torino ha poi analizzato i cambiamenti nelle tecniche agronomiche, legati in particolare all’evoluzione della normativa e alle richieste sempre più impegnative delle istituzioni e dell’industria di trasformazione.
Da una tecnica agronomica libera/anarchica, poco vincolata da norme e disciplinari, a una tecnica che sempre più deve operare in un contesto di regole e indirizzi che ne orientano le scelte, tenendo conto di obiettivi che non sono più semplicemente l’aumento della produzione, la quantità, ma evolvono verso altri attributi del prodotto (es. qualità, valore d’uso) e finalità che spesso sono complementari a quelle produttive (ambiente, etica, salute del consumatore, ecc). L’intervento di Amedeo Reyneri ha poi sviluppato la capacità del mondo agricolo di analizzare, comprendere, soddisfare le richieste dei propri interlocutori commerciali. Amedeo Reyneri ha portato la riflessione su come
l’agricoltura e le tecniche agronomiche evolvano verso una crescente complessità, che rende necessario un approccio nuovo e una visione di sistema.
Infine Dario Casati, prorettore dell’Università Statale di Milano, docente di Economia Agroalimentare è intervenuto sulla dimensione
economica e sulle evoluzioni della politica agraria che hanno caratterizzato questo mondo. Attualmente una delle conseguenze più evidenti dei cambiamenti che si sono susseguiti nella politica agricola dell’Europa unita e nei mercati mondiali per l’agricoltura è la perdita
di reddito e il sempre minor peso politico che le viene riconosciuto.
Gli ultimi eventi che hanno scosso l’intero pianeta hanno poi reso ulteriormente evidente l’inadeguatezza di un sistema economico che tratta le produzioni agricole alla stregua di pure ”commodities”, basandosi su logiche di “puro mercato” non scevre da ricorrenti fiammate speculative. Casati ha concluso il suo intervent