Confagricoltura Alessandria
03-06-2011
Lotta obbligatoria alla Flavescenza dorata della vite
La Flavescenza dorata nel 2010 ha nuovamente fatto la sua comparsa in modo estremamente preoccupante: molti viticoltori hanno di nuovo assistito alla ripresa delle infezioni nei loro vigneti
Lotta obbligatoria alla Flavescenza dorata della vite

Lotta obbligatoria alla Flavescenza dorata della vite

La Flavescenza dorata nel 2010 ha nuovamente fatto la sua comparsa in modo estremamente preoccupante: molti viticoltori hanno di nuovo assistito alla ripresa delle infezioni nei loro vigneti.
Gli sforzi effettuati nello scorso decennio sembra che non abbiano apportato nessun risultato significativo in termini non solo di eradicazione della malattia, scopo delle misure di profilassi adottate fino al 2007, ma neppure per il contenimento delle infezioni; sembra quasi che sia stato l’andamento stagionale a determinare la maggiore o minore comparsa dei sintomi della malattia più che l’avere effettuato i trattamenti e l’avere estirpato le piante sintomatiche.
Dal 2008 siamo entrati in una fase nuova: non essendo stato possibile eradicare la malattia, tutte le strategie di difesa sono state rivolte verso l’assoluta riduzione dei rischi di nuove infezioni, attraverso monitoraggi dell’insetto vettore (lo Scafoideus titanus a tutti ben noto) e l’esecuzione dei trattamenti insetticidi  obbligatori nei tempi e nei modi più idonei al raggiungimento della massima efficacia nella massima sicurezza ambientale. E  sembra che l’estirpo e la distruzione delle piante infette in alcuni casi sia ancora una misura essenziale per la lotta alla Flavescenza dorata.
Inoltre, nei reimpianti, il consiglio di utilizzare materiale vivaistico sottoposto a termoterapia per 45 minuti a 50°C, come viene raccomandato dalla Regione Piemonte, deve essere considerato un obbligo da parte di tutti i viticoltori, a prescindere dal loro costo: le conseguenze economiche della Flavescenza, infatti, sono ben più onerose dei costi sostenuti per l’acquisto di  barbatelle trattate.
Quindi ancor più che negli anni scorsi, la lotta contro questa malattia deve essere effettuata con maggiore attenzione rispetto al passato. Questo significa concentrare gli sforzi verso i seguenti aspetti.

VIGNETI ABBANDONATI:
devono essere estirpati in tutto il territorio provinciale.

TRATTAMENTI INSETTICIDI:
tutti i viticoltori devono effettuare i due trattamenti insetticidi obbligatori Infatti, la lotta alla Flavescenza non può assolutamente prescindere da un corretto contenimento del vettore.
I due trattamenti insetticidi obbligatori all’anno contro lo Scaphoideus titanus devono essere indirizzati:
- il primo contro le neanidi (indicativamente tra la seconda e la terza decade di giugno)
- il secondo contro gli adulti (indicativamente circa un mese dopo il primo trattamento).
Se il livello di popolazione lo richiede può essere effettuato un terzo trattamento insetticida (in deroga per le aziende che aderiscono all’azione 214.1).
Per i trattamenti devono essere utilizzati prodotti insetticidi espressamente autorizzati sulla vite contro le cicaline.
Perché i trattamenti siano rispettosi delle api e della fauna utile, è obbligatorio che questi non vengano effettuati durante la fioritura della vite e delle piante spontanee nate nel vigneto: queste ultime dovranno essere sfalciate o trinciate prima del trattamento.

MODATITÀ DEL TRATTAMENTO:
devono essere trattati tutti i filari e non un filare sì e l’altro no. Inoltre il primo trattamento, quello contro le forma giovanili, deve colpire tutta la vegetazione, anche quella basale: le forme giovanili sono concentrate in questa parte della pianta. I trattamenti contro gli adulti devono essere indirizzati su tutta la vegetazione, in quanto gli adulti dell’insetto si possono trovare in tutta la chioma.
Per una migliore efficacia del trattamento – specialmente in campo di agricoltura biologica – l’acqua del trattamento deve essere leggermente acidulata.

Trascurare la lotta insetticida o eseguirla in modo non ottimale significherebbe l’aumento delle  capacità di trasmissione della malattia da parte del vettore. Questo rischio è particolarmente evidente nelle situazioni in cui sono presenti ex-vigneti in stato di abbandono o comunque condotti approssimativamente e in modo non efficace al contenimento anche solo delle normali malattie dell
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