volta negativo per 1.456 aziende. Sono oltre 3mila quelle che hanno chiuso, a fronte di 1.562 che hanno aperto. In dieci anni, la Regione ha perso circa 15mila aziende”. Lo scrive il quotidiano CronaQui in edicola questa mattina.
Guidi (Confagricoltura) sulle elezioni in un’intervista ad Agrapress
Il presidente di Confagricoltura Mario Guidi ha rilasciato un’intervista a Letizia Martirano, direttore responsabile dell’agenzia di stampa Agrapress, sulle prossime elezioni politiche. Di seguito trovate il testo completo dell’intervista.
Che aria tira in questa campagna elettorale?
Non eccezionale. Questa volta poteva essere l'occasione per ricomporre un modello politico basato sulla interpretazione dei bisogni della gente. Invece tutto, all'improvviso, sembra finalizzato alla conquista di numeri elettorali. Il 2012 non e' servito ad introdurre quel cambiamento che ci si aspettava. Forse sarebbe servito piu' tempo.
Da chi viene la delusione?
Il Paese non sente l'effetto delle riforme, forse anche perche' molte delle norme introdotte devono ancora essere rese efficaci. E nella politica non c'e' un vero salto di qualita'. Non e' con il belletto dei giovani e della societa' civile che si costruisce il rinnovamento. Pero' un po' di colpa ce la possiamo prendere anche noi.
Qual e' la posizione della Confagricoltura nella campagna elettorale?
Confagricoltura non ha prestato i suoi uomini alla politica, ne' si e' schierata per un partito o per un altro. In tutti gli schieramenti ci sono persone che hanno mostrato interesse e attenzione per l'agricoltura. Con una legge elettorale diversa, con la possibilita' delle preferenze, avremmo potuto dare un'indicazione sulle singole persone perche', questa volta, forse si sarebbero potuti superare gli schieramenti e le appartenenze.
Cosa pensa della candidatura del ministro Catania?
Il ministro Catania e' senz'altro una persona competente. Per quanto riguarda la sua candidatura, forse alcuni ministri sono entrati troppo presto in campagna elettorale. D'altro canto trovo assolutamente comprensibile che persone che si sono prestate, in un momento cosi' difficile, ad un servizio di tanta responsabilita' possano aspirare al Parlamento.
E del candidato Stefano?
Dario Stefano e' un esperto, maturato come coordinatore degli assessori regionali all'Agricoltura ed e', devo riconoscere, persona che ha anche preso posizioni coraggiose.
Parliamo di agricoltura e governo. Come e' andata con Monti?
La cosa che ci ha stupito di piu', e che non ci aspettavamo da un governo tecnico, e' stata la scarsa conoscenza del settore agricolo, di cosa sia e che cosa rappresenti. Alcuni errori del governo, a cominciare dall'Imu, sono imputabili proprio a questo mancato approfondimento. Nel caso dell'IMU, ad esempio, abbiamo pagato 127 milioni di euro in piu' rispetto al gettito presunto: forse la misura era eccessiva allora! Ma non e' solo un problema di scarsa conoscenza. Alla base c'e' stata anche la diffusa ed errata convinzione che il nostro sia un settore protetto e come tale debba essere colpito. E questo atteggiamento ha influenzato altri provvedimenti.
Non sarebbe successo lo stesso con un buon governo politico?
La differenza la fa chi e' un politico capace, che ha avuto esperienza dei problemi, fa proprie le istanze degli altri e sa mediare in vista di un interesse comune piu' alto. Il tecnico a volte guarda i problemi dall'alto, li analizza e li studia. Manca la contemporanea misurazione della realta'. Noi abbiamo bisogno della politica, quella vera. E gli italiani devono perseverare in questa ricerca, perche' la politica e' l'unico modo con cui i cittadini possono far sentire la propria voce.
C'e', a suo parere, un deficit democratico?
Paradossalmente, ci sono un e