13-09-2013
Flavescenza Dorata: più serietà e competenza
A quindici anni dalla sua comparsa o, meglio, dalla sua irruzione nei vigneti alessandrini, la Flavescenza Dorata continua a essere un argomento “caldo”
Flavescenza Dorata: più serietà e competenza
A quindici anni dalla sua comparsa o, meglio, dalla sua irruzione nei vigneti alessandrini, la Flavescenza Dorata continua a essere un argomento “caldo” che come nei migliori programmi di avanspettacolo ospita sul proprio palcoscenico, a turno, voci di provenienza e contenuti diversi e a volte discordanti. All’inizio dell’emergenza, nel 1998, alcuni ricercatori, facendosi scudo della propria credibilità, negavano addirittura l’esistenza stessa della malattia mettendo in discussione i trattamenti insetticidi come metodo di contenimento delle infezioni e facendo perdere tempo prezioso e possibilità di successo al controllo della Flavescenza.
Purtroppo oggi, è evidente e chiara a tutti l’esistenza e la pericolosità della malattia come la necessità di giungere il prima possibile a una soluzione. Per questa ragione è risultata importante una chiacchierata alla quale hanno partecipato i principali attori del coordinamento dell’emergenza Flavescenza in provincia: Paola Gotta del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte, Gisella Margara dell’Assessorato Agricoltura di Alessandria, Marco Castelli del Comitato di Coordinamento per la Difesa Fitosanitaria delle Colture in Provincia di Alessandria (Condifesa), Alberto Pansecchi, Marco Visca e Fabrizio Bullano rispettivamente di Coldiretti, Confagricoltura e Confederazione Italiana Agricoltori hanno voluto approfondire il discorso partendo da considerazioni concrete e accertate.
Sono oltre venti i tecnici che si occupano di Flavescenza dorata nell’alessandrino. Sono tecnici delle Associazioni Agricole Provinciali coordinate dal Condifesa, dei Consorzi di valorizzazione e difesa (Moscato, Gavi, Colli Tortonesi) e dell’Assessorato Provinciale Agricoltura di Alessandria oltre ai liberi professionisti collaboratori del Settore Fitosanitario Regionale, l’Ente della Regione Piemonte preposto all’applicazione della normativa relativa alle malattie delle piante e quindi anche del Decreto Ministeriale di lotta obbligatoria alla Flavescenza dorata.
A nome di tutti loro intendiamo tentare di chiarire attraverso questo quotidiano il problema Flavescenza dorata, consapevoli che un articolo non è assolutamente sufficiente a spiegare i vari meccanismi in gioco, che invece sono stati più volte esposti – e molto chiaramente – in vari convegni e incontri con i viticoltori, spesso purtroppo disertati.
Innanzi tutto capiamo la preoccupazione dei viticoltori: la loro preoccupazione è anche la nostra; è per questo motivo che da tecnici, avendo ben presente la situazione, fin dal 1998 stiamo lavorando per prevenire la diffusione della Flavescenza dorata.
Occorre subito chiarire che la Flavescenza dorata è una malattia contro la quale non ci sono rimedi, cure o medicine: è una malattia incurabile. L’unica modalità di difesa della vite è la lotta all’insetto vettore Scafoideus titanus che trasmette la malattia da piante colpite a piante sane. Questo è il primo punto fondamentale. Per difendere la vite dall’insetto occorre effettuare trattamenti insetticidi che, quindi, non hanno come obiettivo la cura della malattia, ma la prevenzione degli attacchi del vettore della malattia, lo scafoideo. Data la sua diffusione nel territorio vitato alessandrino scientificamente si ritiene che non sia eradicabile, ma che sia necessario imparare a convivere con la malattia.
Per la sua pericolosità, la Flavescenza dorata fin dal 2000 è assoggettata a una lotta obbligatoria su tutto i territorio nazionale. La lotta obbligatoria, senza entrare in dettagli, prevede: da due a quattro trattamenti insetticidi e l’estirpo delle piante ammalate o della vegetazione che porta i sintomi della malattia. Questi interventi di profilassi sono in vigore, come detto, in Italia, e in Piemonte, dal 2000. Negli ultimi anni la situazione in alcune zone, Astigiano e Roero ma anche nella Provincia di Alessandria sembra davvero essere senza controllo.
A nostro parere sono due le ragioni principali che spiegano la recrudescenza della malattia.
La prima è che le linee di intervento non sono state s