Il mercato dei cereali e della soia (da Newsletter Obiettivo Cereali de L’Informatore Agrario)Forse è presto per parlare di un’inversione di tendenza, ma la mini-ripresa dei prezzi del grano tenero delle ultime settimane si è fermata. I listini nazionali sono rimasti invariati, come del resto per tutti i cereali. A Milano il frumento panificabile è rimasto fermo a 214,50 euro/t, a Bologna il «fino» a 208,50 euro/t. La tendenza dei mercati internazionali è invece al ribasso. A Chicago il titolo di dicembre è calato costantemente nel corso della settimana, chiudendo venerdì a 649,6 cent/bushel (quasi 30 cent in meno del venerdì precedente). Le ragioni di questo calo sono la revisione in rialzo delle stime Usda su raccolto e stock (questi ultimi +2 milioni di tonnellate), a fronte di un export che, nonostante gli impegni di vendita già presi per i prossimi mesi, resta soddisfacente ma costante. A ciò si aggiunge il prezzo basso del mais, che esercita anch’esso la sua pressione al ribasso.
In Europa la tendenza ribassista non è così pronunciata. Il Matif ha chiuso venerdì a 201,50 euro/t (-6,25 euro/t rispetto al venerdì precedente). Comunque non c’è ancora la temuta corsa a vendere titoli, per cui il prezzo è calato, ma non crollato. Il mercato «fisico» è invece abbastanza stabile, anche se non riesce a «sfondare» quota 200 (venerdì a Rouen 199 euro/t). Le fortissime perturbazioni che si sono abbattute sul versante atlantico di Francia, Inghilterra e Galles fanno temere un calo delle semine, e la stabilità del cambio dollaro/euro a 1,35 ha ridato un po’ di competitività al frumento europeo. Attenzione però al differenziale del prezzo del frumento rispetto al mais, che ha raggiunto un livello record a 36 euro/t.
Per quanto riguarda il mais viste le tendenze internazionali, i listini nazionali hanno registrato in via prudenziale un calo di un euro a tonnellata. Pertanto a Milano il mais italiano ha chiuso a 197,50 euro/t, a Bologna a 189 euro/t. Più pronunciato il calo per il mais comunitario (da -3 a -4 euro/t), mentre resta invariato il mais ucraino (199 euro/t arrivo Bologna).
Dopo una settimana estremamente volatile, il Matif registra invece un incremento per il future di gennaio 2014, che ha chiuso venerdì a 173,50 euro/t (settimana precedente: 163,25 euro/t). La ripresa si è verificata anche sul mercato fisico, con il mais fob Rouen che quota 173 euro/t.
Il mercato di Chicago si è mostrato meno volatile, ma in calo, salvo venerdì dove c’è stato un lieve recupero per il future di dicembre (chiusura a 426,6 cent/bushel, ossia sostanzialmente invariata rispetto alla settimana precedente).
L’orzo resta sostanzialmente stabile, anzi con un lieve rialzo per la merce nazionale: +2 euro/t a Bologna (chiusura a 205 euro/t), invariato a Milano (209 euro/t). Certo non si era mai visto il prezzo dell’orzo letteralmente «incollato» al frumento per periodi così lunghi, ma evidentemente la domanda resta vivace e ciò sostiene le quotazioni.
A Rouen l’orzo ha ripreso leggermente quota, chiudendo venerdì a 178 euro/t. Le esportazioni Ue procedono speditamente, minacciate solamente dall’arrivo del mais di nuovo raccolto dall’Ucraina.
A Chicago la soia del titolo di novembre (in scadenza prossimamente) è tornata oltre i 1.300 cent/bushel (per l’esattezza 1306 cent/bushel). Per le scadenze successive, in particolare gennaio 2014, non è stato raggiunto questo livello, ma i guadagni settimanali sono stati anche più sostanziosi. Il riflesso dei movimenti internazionali sulla soia nazionale è di sostanziale stabilità: a Milano i semi restano invariati a 425,50 euro/t, a Bologna aumentano di 3 euro/t, chiudendo giovedì scorso a 426,50 euro/t.
Pac, per il prossimo anno ancora nessuna novitàDa un certo punto di vista, il 2014 sarà un anno “tranquillo” sul fronte del sostegno della Pac.