Confagricoltura Alessandria
27-02-2014
LÂ’agricoltura va bene, le nostre aziende meno!
Con questa affermazione forte e volutamente provocatoria il presidente Brondelli ha aperto il suo intervento
LÂ’agricoltura va bene, le nostre aziende meno!

LÂ’agricoltura va bene, le nostre aziende meno!

Con questa affermazione forte e volutamente provocatoria il presidente Brondelli ha aperto il suo intervento durante le assemblee di zona. Ha poi chiarito il concetto ricordando che il periodo che sta attraversando ora la nostra agricoltura è un periodo particolare. La richiesta di esportazione in tutto il mondo continua ad essere buona, in contrapposizione però il terreno da coltivare è sempre meno, in aperto contrasto con la crescita esponenziale di bocche da sfamare nel mondo. L’obiettivo su cui concentrarsi dovrebbe essere quello di riuscire a raddoppiare le produzioni odierne per far fronte alle esigenze alimentari del mondo.
Oggi invece , in Italia, lavoriamo oppressi dalla burocrazia, che ci paralizza con una serie di vincoli di ogni genere. Tante, troppe cose frenano le attività delle imprese. La politica promette da troppo tempo di affrontare e risolvere il problema della semplificazione normativa ma lo scenario politico che si presenta ai nostri occhi in questo momento risulta essere sconfortante e inaccettabile da ogni punto di vista: sei ministri cambiati in tre anni, una vera follia, e si ricomincia ogni volta daccapo, per riallacciare i rapporti con i politici e con l’apparato amministrativo che, agli alti livelli, continua a cambiare assieme ai ministri.
Il livello locale non è da meno: dalla fine di marzo le Province dovrebbero cessare di esistere, e la domanda che si ripete è, ovviamente, chi si occuperà della gestione effettuata finora dalle stesse; il tanto conclamato risparmio di denaro e risorse auspicato grazie all’accorpamento degli enti provinciali a quelli regionali come si farà sentire a livello pratico?
Nello specifico del mondo agricolo poi, ad oggi, non c’è ancora il nuovo PSR, e l’Amministrazione si trova costretta a scrivere le norme che ci accompagneranno per i prossimi sei anni in autonomia senza una visione completa europea e nazionale, e noi continuiamo a non avere un interlocutore politico, con il quale confrontarci.
La complicazione burocratica dei PSR italiani è incredibile, pensiamo, solo a titolo di esempio, che in Italia le norme di tali programmi sono state scritte su circa 2000 pagine per Regione (addirittura 2600 pagine in Puglia!). In Germania i PSR sono solo 4 e scritti su 300 pagine ciascuno!
La riforma della PAC nell’attuale versione non ha riscontrato che le lamentele e il disappunto di tutta la realtà agricola e piace sempre di meno. Tanti problemi e contraddizioni: obbligo di terreni lasciati vuoti, a riposo, dotazione finanziaria decisamente ridotta rispetto al periodo precedente. Aumenta la complicazione delle procedure; quindi, in sintesi, solo segnali negativi. Gli aiuti stabiliti per i seminativi nei prossimi anni dovranno tendere ad un valore quanto più omogeneo possibile in tutta Europa, con risorse ridotte a disposizione di 28 paesi membri, contro i 17 aventi diritto nella precedente riforma. L’Unione Europea abbastanza travolta dalle difficoltà di varare una riforma snella ed equa ha distribuito l’importo disponibile fra i singoli paesi lasciando a ciascuno di essi l’onere di organizzare in proprio l’allocazione delle risorse. Però mentre la Spagna e buona parte dei paesi del nord Europa hanno già assunto tutte o gran parte delle decisioni base della riforma e gli agricoltori di quei paesi conoscono il valore concreto dei loro aiuti, l’Italia è ancora in una situazione di completo stallo.
Alcune scelte parrebbero già acquisite come ad esempio il livello di regionalizzazione degli importi dei titoli che dovrebbe essere unico su scala nazionale ed il tipo di tutela della aziende storiche che si concretizzerebbe nella cosiddetta convergenza parziale o “modello irlandese”; e trattasi comunque di notizie ufficiose anche se di fonte controllata. La definizione di agricoltore attivo, l’applicazione del pagamento redistributivo, le soglie minime e massime di premio, l’applicazione dei pagamenti disaccoppiati e i settori a cui riservarli sono invece ancora materia di confronto e forse scontro e si teme che l’ufficializzazione delle sc
Home - LÂ’agricoltura va bene, le nostre aziende meno!