13-05-2014
Vigne di moscato, vigne di successo?
Più di 500 persone hanno partecipato all’evento di Nizza Monferrato “Vigne di moscato, vigne di successo?” organizzato da Agrinsieme Moscato
Vigne di moscato, vigne di successo?
Cirio: «Agrinsieme Moscato c’è e guarda al futuro». Vespa: «Territorio di grandi vini che merita successo». Olivero: «L’impegno del Governo per aiutare le imprese vitivinicole». Sacchetto: «la Regione Piemonte è stata e sarà sempre presente». Guidi, Mercuri e Scanavino: «Insieme per costruire la casa Comune degli agricoltori italiani»
Sala gremita da oltre 500 persone, un viceministro, un assessore regionale, tre presidenti nazionali di associazioni di categoria, un noto giornalista televisivo e, sullo sfondo, le colline del moscato da cui nascono Asti e Moscato d’Asti docg. Questi gli ingredienti che hanno determinato il successo dell’evento, “Vigne di moscato, vigne di successo?” che si é svolto il 12 maggio al Foro Boario di Nizza Monferrato.
L’iniziativa è stata organizzata da Agrinsieme Moscato, il nuovo soggetto di rappresentanza vitivinicola che raggruppa Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative, con oltre 1000 iscritti per circa 3000 ettari dei 10 mila che rappresentano in Piemonte il vigneto moscato docg.
Sul palco, a condurre il dibattito, il giornalista e scrittore Bruno Vespa. Seduti sulle famose poltroncine bianche, in perfetto stile “Porta a Porta” il programma che da anni Vespa conduce su RaiUno, c’erano il viceministro all’Agricoltura, Andrea Olivero; l’assessore alle Politiche agricole della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto; Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura e coordinatore di Agrinsieme, ispiratrice di Agrinsieme Moscato ed espressione nazionale del patto tra Confagricoltura, Cia e Cooperative; Giorgio Mercuri, di Federagri-Confcooperative e Dino Scanavino, presidente nazionale della Cia.
A fare gli onori di casa, oltre al sindaco di Nizza Monferrato, Flavio Pesce e Pietro Cirio, vignaiolo e presidente di Agrinsieme Moscato. «Noi siamo per l’unità della filiera, a tutti i livelli. Lontano dalle polemiche e vicini a sinergie virtuose e costruttive. Perché il nostro moscato è un’uva rara che dà vini unici come Asti e Moscato docg» ha detto Cirio.
Per la prima volta tra il pubblico in sala, insieme a vignaioli, esponenti delle associazioni di categoria, cantine sociali e operatori del settore, anche molti rappresentanti di eno-griffe e di grandi di gruppi industriali attivi nel mondo del moscato.
È toccato a Gianni Marzagalli e Giorgio Bosticco, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio dell’Asti fornire qualche dato su vendite e rappresentanza del comparto. Marzagalli ha annunciato il rientro in ambito consortile del prestigioso marcio Gancia: «In questo modo raggiungeremo il 97% della rappresentanza del settore» ha annotato. Bosticco ha illustrato una articolata analisi su vendite e diffusione di Asti e Moscato docg. Ne è venuta fuori la fotografia di un comparto in crescita, soprattutto all’estero, ma che in Italia, come molti altri, segna il passo per colpa della crisi. All’estero i mercati più spumeggianti sono gli Stati Uniti e la Russia. Grandi prospettive sulla Cina con progetti importanti che tendono a diffondere il “bere Asti docg” nel Paese della Grande Muraglia. Una scommessa che quelli del Consorzio intendono vincere. I numeri sono di tutto rispetto: 100 milioni di bottiglie, tra Asti (75) e Moscato docg (25), di cui circa l’80% va in export.
Vespa è partito proprio dai dati e ha chiesto ai relatori quali potranno essere le prospettive per la crescita della filiera dell’uva moscato. Un tema che ha appassionato platea e intervistati.
Scanavino ha dichiarato di non essere contrario a priori ad un aumento della produzione, «purché fatta in base alle richieste del mercato» ha puntualizzato. Il presidente Cia ha pure sottolineato, in tema di promozione, l’importanza della candidatura Unesco per i paesaggi vitivinicoli piemontesi, «Un’occasione di unità da sfruttare con progetti comuni e senza divisioni» ha dichiarato.
Per Mercuri il ruolo delle cooperative è fondamentale anche nella filiera vinicola