Confagricoltura Alessandria
17-07-2014
Riforma Pac «verso il 2020»
Aggiornamenti sul negoziato Mipaaf - Regioni
Riforma Pac «verso il 2020»

Riforma Pac «verso il 2020»

È stato raggiunto in sede di Conferenza Stato Regioni, con fatica e qualche attesa polemica, l’accordo fra i rappresentanti del Ministero e gli assessori all’agricoltura delle Regioni, con l’unica eccezione del Veneto, sull’applicazione della maggior parte delle scelte nazionali nell’ambito della riforma della politica agricola comune. L’accordo non è stato ufficializzato in quanto questo passo prevede l’unanimità che non si è raggiunta proprio a causa della mancata sottoscrizione della regione Veneto. Le scelte individuate comunque a larghissima maggioranza devono essere comunicate alla Commissione Europea entro il 31 luglio prossimo. Bruxelles potrà a sua volta proporre osservazioni e modifiche che dovranno essere integrate nel testo definitivo.
Illustriamo di seguito i principali aspetti dell’accordo:
• Italia “regione unica”: in base al plafond totale assegnato all’Italia al netto delle percentuali destinate a greening, giovani e riserva nazionale verrà definito un valore teorico del pagamento di base per ettaro indifferenziato per tutto il territorio italiano.
• Adozione della convergenza interna basata sul cosiddetto “modello irlandese”. Ad ogni azienda verrà calcolato il pagamento di base in riferimento al “pagato 2014” ovvero a quanto sarà incassato sulla domanda unica 2014 recentemente presentata. La cifra sarà riproporzionata al plafond 2015 (-45% circa) e suddivisa sugli ettari disponibili nel 2015. Si otterrà così un titolo base che si avvicinerà entro il 2019 - quindi in quattro scatti - al valore unitario nazionale senza però raggiungerlo (e qui sta la particolarità del modello di convergenza parziale). I titoli con valore più alto di quello unico scenderanno in misura non superiore al 30% del valore di partenza 2015 (ricordiamo già abbattuto del 45% circa rispetto al 2014); quelli più bassi saliranno, ancora in quattro fasi, senza raggiungere il valore unico nazionale ma solo il 60% di questo. Questo modello costituisce in tutta evidenza una conservazione parziale delle posizioni storiche delle aziende con una redistribuzione decisamente meno traumatica.
• Nella definizione del pagato 2014 sarà compreso l’importo derivante dall’art. 68 per quei settori esclusi dal premio accoppiato nel 2015 (vedi oltre). Non è chiaro per ora se le cifre saranno conteggiate al netto o al lordo della modulazione e dell’eventuale disciplina finanziaria 2014.
• Ancora nel segno della continuità la scelta di calcolare il valore del greening come percentuale di ciascun titolo; il titolo base verrà quindi aumentato, in seguito alla sottoscrizione degli impegni di greening, del 55% circa.
• Fra le opzioni di utilizzo del plafond totale l’Italia ha scelto di non applicare il pagamento redistributivo che avrebbe maggiorato una parte dei titoli delle aziende, avvantaggiando quindi quelle medio piccole che avrebbero ottenuto la maggiorazione su tutti o gran parte dei loro titoli.
• Anche la creazione di pagamenti integrativi per “aree svantaggiate” non è stata adottata.
• Aiuti ai giovani: destinazione della riserva dell’1% del plafond previsto per gli aiuti diretti ed eventuale integrazione attraverso la riserva nazionale per un ulteriore 1%. Determinazione degli importi con modalità ancora da definire.
• Applicazione del regime per i piccoli agricoltori con la fissazione dell’importo del pagamento annuo per singolo agricoltore in basi ai criteri sopra esposti; unica differenza con il regime ordinario sarà quindi l’esenzione dagli obblighi di greening e probabili semplificazioni burocratiche.
• Limite minimo dei pagamenti: 250 euro nel primo e secondo anno, 300 euro a regime
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