25-11-2014
Cambio di rotta per ridare competitività al comparto ed al Sistema Paese
Confronto all’Auditorium con cinque esponenti del Governo - Roma, 18 novembre 2014 - Agrinsieme su #Campolibero
Cambio di rotta per ridare competitività al comparto ed al Sistema Paese
Liberarsi in primo luogo dai “falsi miti” che connotano una immagine del comparto agricolo, oscurando altri pezzi di verità che si preferisce non mettere in luce. E poi superare oneri e costi della burocrazia, eliminare le strutture intermedie, aumentare la dimensione economica delle imprese, creare una agenzia per l’internazionalizzazione dell’agroalimentare. Misure che hanno tutte un unico comune denominatore: liberare risorse utili per dare linfa alle imprese attraverso investimenti finalizzati alla crescita e allo sviluppo del comparto.
È questa la strada che le organizzazioni riunite in Agrinsieme (Confagricoltura, Cia e Alleanza delle cooperative agroalimentari) hanno illustrato il 18 novembre scorso all’Auditorium della Conciliazione di Roma nel corso di un confronto con cinque esponenti del Governo (il Ministro delle Politiche del Lavoro Giuliano Poletti, delle Politiche Agricole Maurizio Martina, della Salute Beatrice Lorenzin, dell’Ambiente Gianluca Galletti) e con il vice Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.
Tra le migliaia di persone accorse da tutta Italia vi era anche una delegazione di Alessandria composta da: Gian Paolo Coscia, presidente di Confagricoltura Piemonte, Luca Brondelli di Brondello, presidente di Confagricoltura Alessandria, Giuseppe Alferano, vice presidente di Confagricoltura Alessandria, Stefano Pareti, presidente della Zona di Tortona, Valter Parodi, direttore provinciale, Piero Viscardi, direttore della Zona di Alessandria, Tiberio Quattordio, direttore della Zona di Novi Ligure e Massimo Gonella, direttore della Zona di Tortona.
“Siamo fermamente convinti - ha dichiarato il coordinatore di Agrinsieme Mario Guidi - che è proprio facendo leva sui suoi veri punti di forza che l’agroalimentare, in questa fase delicata, può essere determinante per l’economia italiana. C’è un enorme potenziale di crescita sui mercati internazionali, ma la forza del brand del made in Italy non è oggi supportata da una produzione e una distribuzione altrettanto solide”. Come è stato messo in luce nel Rapporto Agrinsieme-Nomisma “Operazione verità” presentato, nonostante le esportazioni agroalimentari italiane abbiano registrato una crescita negli ultimi 10 anni, la quota di mercato detenuta dall’Italia a livello mondiale è diminuita dal 3,3% al 2,6%. E se gli scambi commerciali a livello internazionale dei prodotti agroalimentari sono triplicati, Paesi come Cina e Brasile sono cresciuti a ritmi molto più veloci del nostro.
Per fortuna la domanda alimentare all’estero è in continua crescita. Se da un lato ci sono buone potenzialità di sviluppo tutte da cogliere, dall’altro le inefficienze di sistema sono altrettanto numerose e radicate. Ecco perché se davvero si vuole posizionare l’agroalimentare al centro del sistema economico e sociale, non è sufficiente secondo Agrinsieme dare attuazione soltanto ad interventi specifici del settore. “È quanto mai imprescindibile - spiega Guidi - un vero e proprio cambio di rotta per la sostenibilità e la continuità dell’agroalimentare italiano. Un cambio di rotta che faccia leva su un mix di scelte di contesto, macroeconomiche, logistiche, infrastrutturali ed ambientali”.
Alcuni esempi: in Italia il costo dell’autotrasporto è in media di 1,59 € a chilometro, in Germania 1,35 € e in Francia 1,3 €. Il costo dell’energia elettrica per uso industriale in Italia è superiore del 30% rispetto alla media europea. Notevoli anche i costi e i ritardi dovuti alla burocrazia: emblematico il numero dei giorni necessari per esportare via nave, che vanno dagli 8 del Regno Unito ai 9 della Germania, ai 10 di Francia e Spagna,