Il mercato dei cereali e dei semi oleosi
È stata una settimana senza movimenti particolari per il mercato nazionale dei frumenti tenero e duro, del mais e dei semi oleosi. Rimangono invariate tutte le quotazioni, a eccezione dei frumenti foraggeri e dell’orzo, che continuano ad aumentare. Sui mercati internazionali si assiste invece a un netto incremento delle quotazioni, dovuto forse anche al crollo del petrolio che spinge gli investitori istituzionali a cercare altre commodity sulle quali puntare.
I prezzi del frumento tenero nazionale sono rimasti invariati su tutti i mercati: le quotazioni del frumento tenero panificabile sono a Milano di 199,50 euro/t e a Bologna di 197 euro/t. A Milano è stato registrato un lieve aumento (+2 euro/t) per i frumenti a uso zootecnico e per alcune provenienze estere (qualità base), mentre a Bologna sono aumentati di 5 euro/t i frumenti nordamericani, per via dell’euro debole e dei rincari sulle piazze internazionali.
Sui mercati a termine internazionali la settimana era partita con una serie di ribassi, poi ampiamente recuperati durante la sessione di venerdì scorso. Il future di gennaio del Matif quota ora 188,75 euro/t; a Chicago è scaduto il future di dicembre, e anche per questa ragione il future di marzo 2015 ha trovato numerosi compratori, spingendo in su il prezzo fino alla chiusura di 606,4 cent/bushel (178,84 euro/t). Insomma, non siamo ancora ai livelli pre-raccolta, ma lo spettro di una campagna a prezzi stracciati sembra essersi definitivamente allontanato. Il rublo ormai svalutatissimo favorisce le esportazioni russe, anche se sembra che il governo stia facendo di tutto per rallentarne il ritmo. La concorrenza dal Mar Nero ha ridotto il sostegno alle quotazioni in Francia, dove il prezzo fob Rouen di venerdì era di 184 euro/t. In sintesi, il mercato dei derivati sale, quello del grano tenero per pronta consegna subisce una battuta d’arresto.
Il mercato del