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l 20 novembre scorso, presso la sala del Parlamentino del Consiglio Nazionale del-l ’Economia e del Lavoro (CNEL), l’INPS ha presentato il Bi lancio sociale relat ivo al -l’anno 2011, alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Poli-tiche sociali, Elsa Fornero . Il “bilancio sociale” è diretto a valutare gli effetti sociali ed eco-nomici dell’azione dell’INPS. Il documento espone una sintesi delle molteplici funzioni svolte dall’Istituto, approfondendo anche gli effetti redistributivi nell’ambito della spesa sociale. I lavoratori iscritti all’Inps nel 2011 (prima dell’incorporazione dell’Inpdap e dell’Enpals) sono 19.058.215. I lavoratori dipen-denti rappresentano il 67,6% degli iscritti all’Inps, i commer-cianti l’11,2%, gli artigiani il 9,6%, i parasubordinati il 9,1%, i coltivatori diretti, coloni e mez-zadri il 2,4%, altri lo 0,1%. I lavo-ratori dipendenti si concentrano nel Nord-ovest (33%) ed al Nord-est (24,1%) rispetto al centro (20,6%), al Sud (15,1%) ed alle isole (7,1%). Inoltre nelle isole e nel sud i lavoratori iscritti all’INPS sono diminuiti del 1,4%. I lavorator i domest ici sono

651.911 (consistenza media annua) con una diminuzione di oltre 34.000 unità (-5%), ma quelli di origine italiana sono aumentati del 2,5%.

Le pensioni previdenziali in pa-gamento, risultano suddivise in 9,5 milioni di pensioni di vec-chiaia, anzianità e prepensiona-menti, 3,8 milioni di pensioni ai superstiti e 1,4 milioni di pensioni di invalidità. L’importo medio di tutte le pen-sioni di vecchiaia in essere è di 649 euro mensili, mentre quelle di anzianità hanno un valore medio di 1.514 euro mensili. Per quanto riguarda le altre pen-sioni previdenziali si evidenzia un basso importo medio: le pre-stazioni ai superstiti presentano un valore medio mensile di 560 euro, che sale a 599 euro medi mensili per i trattamenti di inva-lidità.

Il 52% dei pensionati Inps ri-ceve un assegno mensile infe-riore ai mille euro e il 24% si colloca nella fascia tra 1.000 e 1.500 euro mensili; il 12,7% ri-scuote pensioni comprese tra 1.500 e 2.000 euro mensili e il restante 11,2% gode di un red-dito pensionistico mensile su-periore a 2.000 euro.

L’Inps segnala che il reddito pensionistico medio lordo men-sile nel 2011 erogato dall’Inps e dagli enti previdenziali era di 1.131 euro (1.366 euro per gli uomini, 930 per le donne) con una grande differenza a livello terr i tor iale (1.238 al Nord, 1.193 al Centro, 920 al Sud). Se invece del reddito comples-sivo si guarda alla singola pen-sione l’importo medio è di 780 euro con grandi differenze tra quelle previdenziali (870 euro) e quelle assistenziali (406 euro). All’interno delle diverse cate-gorie gli assegni variano molto, a seconda dei soggetti: si va da 834 euro per i coltivatori diretti a 1.777 euro dei dipendenti per gli assegni di anzianità. Nel 2011 per le pensioni assi-stenziali sono stati spesi 24,6

miliardi di euro (-3,2% rispetto al 2010), di cui il 65,8% erogati per prestazioni di invalidità ci-vile. In particolare tra le presta-zioni a favore degli invalidi ci-vili si riscontra una diminu-zione del 10,3% della spesa per pensioni, mentre rimane pres-soché stabile la spesa per le in-dennità (0,2%).

Le nuove pensioni liquidate nel corso dell’anno 2011 ammon-tano compless ivamente a 964.487 con un decremento del 14,5% rispetto al 2010. Il 56% delle nuove liquidazioni è costituito da prestazioni di na-tura previdenziale e il restante 44% da trattamenti assistenziali. L’importo medio mensile lordo ammonta complessivamente a 698 euro e l’età media dei bene-ficiari è di 66,4 anni.

gennaio 2013

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NOTIZIARIO

SINDACATO PENSIONATI E PATRONATO ENAPA

a cura di Paola Rossi

INAIL: riconoscimento di una quota del 40% della rendita al figlio superstite di genitore divorziato

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n materia di rendita INAIL a superstiti è previsto che, in caso di de-cesso dell’assicurato in conseguenza d’infortunio sul lavoro, debba essere corrisposta una rendita pari ad una quota del 20% “a cia-scun figlio legittimo, naturale, riconosciuto o riconoscibile e adot-tivo”. La misura della quota sarà, invece, del 40% in caso di figli or-fani di entrambi i genitori.

Sulla citata normativa era già intervenuta la Corte Costituzionale con la sentenza n. 86/2009, dichiarandone la illegittimità nella parte in cui non è prevista la corresponsione di una quota di rendita, pari al 40%, anche in favore di figli orfani di un solo genitore naturale. Argomenta, infatti, la Suprema Corte che i figli orfani di un solo ge-nitore naturale, con la corresponsione di una quota di rendita del 20%, sarebbero discriminati rispetto ai figli legittimi, in quanto i primi non possono beneficiare, se pure indirettamente, della quota di ren-dita spettante al genitore superstite pari al 50%.

Sulla stessa materia della rendita a superstiti è recentemente interve-nuto anche l’INAIL, per regolamentare una diversa fattispecie, quella, cioè, della quota di rendita spettante ai figli superstiti di geni-tore divorziato.

L’Istituto, ritenendo che il medesimo principio enunciato dalla Corte Costituzionale per il caso di figli orfani di un solo genitore naturale sia applicabile anche al caso di figli superstiti di genitore divorziato, dispone che anche in favore di quest’ultimi sia da corrispondere una quota di rendita pari al 40%.

Bilancio Sociale INPS: il 52% dei

pensionati percepisce meno di mille euro

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