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DICEMBRE 2014

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L

iberarsi in primo luogo dai “falsi miti” che connotano una immagine del com-parto agricolo, oscurando altri pezzi di verità che si preferisce non mettere in luce. E poi supe-rare oneri e costi della buro-crazia, eliminare le strutture in-termedie, aumentare la dimen-sione economica delle imprese, creare una agenzia per l’interna-zionalizzazione dell’agroalimen-tare. Misure che hanno tutte un unico comune denominatore: li-berare risorse utili per dare linfa alle imprese attraverso investi-menti finalizzati alla crescita e allo sviluppo del comparto. È questa la strada che le organiz-zazioni riunite in Agrinsieme (Confagricoltura, Cia e Alleanza delle cooperative agroalimen-tari) hanno illustrato il 18 no-vembre scorso all’Auditorium della Conciliazione di Roma nel corso di un conf ronto con cinque esponenti del Governo (il Ministro delle Politiche del La-voro Giuliano Poletti , delle Po-litiche Agricole Maurizio Mar-tina , della Salute Beatrice Lo-renzin , dell’Ambiente Gianluca Galletti ) e con il vice Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda .

Tra le migliaia di persone accorse da tutta Italia vi era anche una delegazione di Alessandria com-posta da: Gian Paolo Coscia , presidente di Confagricoltura Piemonte, Luca Brondelli di Brondello , presidente di Confa-gricoltura Alessandria, Giuseppe Alferano , vice presidente di Con-fagricoltura Alessandria, Stefano Pareti , presidente della Zona di Tortona, Valter Parodi , direttore provinciale, Piero Viscardi , di-rettore della Zona di Alessandria,

Tiberio Quattordio , direttore della Zona di Novi Ligure e Mas-simo Gonella , direttore della Zona di Tortona.

“Siamo fermamente convinti - ha dichiarato il coordinatore di

Agrinsieme Mario Guidi - che è proprio facendo leva sui suoi veri

punti di forza che l’agroalimen-tare, in questa fase delicata, può es-sere determinante per l’economia italiana. C’è un enorme potenziale di crescita sui mercati internazio-nali, ma la forza del brand del

made in Italy non è oggi supportata da una produzione e una distribu-zione altrettanto solide”. Come è stato messo in luce nel Rapporto Agrinsieme-Nomisma “Opera-zione verità” presentato, nono-stante le esportazioni agroali-mentari italiane abbiano regi-strato una crescita negli ultimi 10 anni, la quota di mercato dete-nuta dall’Italia a livello mon-diale è diminuita dal 3,3% al 2,6%. E se gli scambi commer-ciali a livello internazionale dei prodotti agroalimentari sono tri-plicati, Paesi come Cina e Brasile sono cresciuti a ritmi molto più veloci del nostro.

Per fortuna la domanda alimen-tare all’estero è in continua cre-scita. Se da un lato ci sono buone potenzialità di sviluppo tutte da cogliere, dall’altro le inefficienze di sistema sono altrettanto nu-merose e radicate. Ecco perché se davvero si vuole posizionare l’agroalimentare al centro del si-stema economico e sociale, non è sufficiente secondo Agrinsieme dare attuazione soltanto ad in-terventi specifici del settore. “È quanto mai imprescindibile - spiega Guidi - un vero e proprio cambio di rotta per la sostenibilità e la conti-nuità dell’agroalimentare italiano. Un cambio di rotta che faccia leva su un mix di scelte di contesto, ma-croeconomiche, logistiche, infra-strutturali ed ambientali”.

Alcuni esempi: in Italia il costo dell’autotrasporto è in media di 1,59 € a chilometro, in Ger-

mania 1,35 € e in Francia 1,3 €. Il costo dell’energia elettrica per uso industriale in Italia è supe-riore del 30% rispetto alla media europea. Notevoli anche i costi e i ritardi dovuti alla burocrazia: emblemat ico i l numero dei giorni necessari per esportare via nave, che vanno dagl i 8 del Regno Uni to ai 9 del la Ger-mania, ai 10 di Francia e Spagna, per finire con i 19 giorni per l’Italia.

Necessario inoltre che vengano realizzati interventi, radicali e co-raggiosi, nell’ambito del settore pubblico. C’è una complessità di soggetti che a vario titolo sono impegnati nel supporto al si-stema agricolo e agroalimentare: il Ministero delle Politiche Agri-cole, le Regioni, gli altri Mini-steri, insieme ad una serie di strutture intermedie, ossia di soggetti che un tempo svolge-vano una funzione pubblicistica, ma che oggi appaiono superate e rappresentano spesso solo un onere in termini di costi sulle aziende e di appesantimento bu-rocratico, facendo perdere an-cora una volta competitività ed opportunità di mercato alle im-prese agroalimentari.

Altrettanto necessari appaiono poi gli interventi sul mercato del lavoro, cominciando dallo snel-limento degli adempimenti am-ministrativi per la gestione dei

rapporti di lavoro stagionali e di breve durata.

Infine, c’è la strada maestra delle aggregazioni, che è uno dei pila-stri su cui fonda il cambio di rotta tracciato da Agrinsieme. Le imprese che operano nel com-parto alimentare sono troppo piccole. La superficie media delle imprese agricole italiane non su-pera gli 8 ettari ed è tre volte infe-riore a quella della Spagna (24 ettari) e molto al di sotto di quella di Francia (54) e Ger-mania (56). Anche questo costi-tuisce un forte limite nel mo-mento in cui proprio alla dimen-sione aziendale sono correlate una serie di elementi centrali per la competitività delle imprese, in primis le capacità finanziarie e di investimento e la possibilità di rispondere ai volumi richieste da grandi piattaforme logistiche e distributive. Il tessuto produttivo dell’agroalimentare italiano è troppo frammentato ed è per questo che Agrinsieme punta su un’agricoltura che opera in lo-giche di aggregazione e di filiera, sia consolidate sia nuove. Alcuni recenti dati elaborati dal la Commissione europea hanno dimostrato che nei Paesi in cui è maggiore la quota di mercato detenuta dalle coopera-tive agroalimentari, maggiore è anche il livello dei redditi degli agricoltori. In questo contesto, in Italia la cooperazione agroali-mentare italiana svolge un ruolo di primissimo piano con quasi 6.000 realtà, 35 miliardi di euro di fatturato e quasi 100.000 oc-cupati, veicolando circa il 38% della produzione agricola nazio-nale.

“E da qui, da questo nuovo modello di agroal imentare proposto da Agrinsieme - conclude Guidi - che possono arrivare un forte impulso ed un contributo determinante per la ripresa economica e per il rilancio dell’intero sistema Paese”.

ROMA, 18 NOVEMBRE 2014 - AGRINSIEME SU #CAMPOLIBERO

Cambio di rotta per ridare competitività

al comparto ed al Sistema Paese

Confronto all’Auditorium con cinque esponenti del Governo

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