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MARZO 2012

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Confagricoltura

Piemonte

FEASR

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013

Misura 111.1 sottoazioneB Informazione nel settore agricolo

L’impianto di un nuovo noccioleto è un’ope-razione alla quale va prestata particolare at-tenzione in quanto, in questa fase, si com-piono scelte che potrebbero condizionare inevitabilmente l’intero ciclo produttivo nonchè economico del noccioleto. La scarsa produzione di alcuni noccioleti, le malattie come l’asfissia radicale, il marciume radicale, sono la diretta conseguenza di la-vori male eseguiti realizzati durante le fasi d’impianto del noccioleto. Propagazione e scelta del materiale vivaistico

Il sistema più diffuso di propagazione del nocciolo è quello dell’utilizzo di polloni pro-venienti da ceppaie certificate, che successiva-mente vengono selezionati e posti a radicare. Per realizzare un impianto uniforme, è neces-sario scegliere piante sane, dotate di un buon apparato radicale, possibilmente di due anni di vivaio.

Occorre rivolgersi a vivai “accreditati” che possano fornire materiale certificato. La preparazione del terreno

Per poter effettuare l’impianto di un noccio-leto, il terreno va preparato in piena estate (luglio - agosto), quando è asciutto, me-diante uno scasso profondo (anche 80- 90 cm).

Precedentemente allo scasso, se necessaria, può essere effettuata una concimazione di fondo.

Talvolta, specie nei terreni argillosi, dove è possibile riscontrare ristagni d’acqua, si rende necessario realizzare appositi drenaggi per evitare alle piante problemi di asfissia e marciumi radicali.

Messa a dimora delle piantine

E’ preferibile, effettuare la messa a dimora delle piantine di nocciolo in autunno nei primi giorni di novembre.

Dopo aver terminato la preparazione del ter-reno, si procede alla tracciatura dell’impianto in relazione al sesto precedentemente scelto, cioè al numero di piante per ettaro. Negli ultimi anni questa operazione viene eseguita con l’ausilio di strumenti GPS che consentono una maggiore precisione e un minor impiego di tempo e di manodopera. Effettuata la tracciatura si preparano le buche a mano o con apposite trivelle con un dia-metro di 30-50 cm. e una profondità di 30-40 cm..

La buca, con dentro posizionata la piantina, viene riempita di terreno fine che, a volte viene miscelato con dell’apposito terriccio per favorire lo sviluppo delle radici . Normalmente vengono posizionate delle canne a lato di ogni singola piantina, che hanno la funzione sia di sostegno, sia di se-gnalazione.

Nella primavera successiva si procederà al ta-glio dell’astone in relazione alla forma di al-levamento precedentemente scelta. Nelle zone dove la presenza di noccioli selva-tici è scarsa, può essere consigliabile l’inseri-mento di alcuni impollinatori, al fine di mi-gliorare l’impollinazione e quindi la capacità produttiva del noccioleto.

E’ consigliabile inserire l’impollinatori in “testa” al noccioleto e non nel mezzo, per evitare poi nelle fasi di raccolta la possibile mescola delle diverse varieta di nocciole. SESTI DI IMPIANTO E FORME DI ALLE-VAMENTO

Per il nocciolo, come per tutte le altre specie frutticole, non è possibile adottare una di-stanza di impianto fissa, standardizzata.

Un errore nella scelta del sesto d’impianto e della forma di allevamento potrebbe condi-zionare sensibilmente l’intero ciclo vegeta-tivo e produttivo della pianta.

Negli anni passati, nei noccioleti coltivati in Piemonte, si tendeva ad usare sesti d’im-pianti più piccoli (5x4 - 5x5) con minor di-stanza fra le file, mentre oggi, complice la meccanizzazione di molte pratiche colturali, ad esempio la potatura e la raccolta mecca-nica, si è dovuto necessariamente aumentare le distanze fra le file (6x4 - 6x5 - 6x6) per consentire un più facile passaggio delle mac-chine.

Ad esempio un sesto di impianto 6x5 com-porta una messa a dimora di circa 330 piante ad ettaro.

E’ bene ricordare che, con forme di alleva-mento più “libere” come il cespuglio, è ne-cessario, nella scelta del sesto, valutare la ne-

SPE C I AL E NOC C I OLO

L

a pianta del nocciolo ha un caratteristico portamento a cespu-glio, con l’apparato radicale fascicolato e molto esteso che può arrivare a 1,5 metri di profondità . Sulla stessa pianta sono presenti sia fiori maschili, detti amenti, produttori di polline, sia fiori femminili riconoscibili dal caratteristico “ciuffo” rosso. L’impol-linazione del nocciolo è anemofila cioè avviene grazie al vento. Il frutto è sferoidale, è caratterizzato da un guscio sottile. La nocciola

varietà Tonda Gentile Trilobata è caratterizzata da una buona resa alla sgusciatura, una buona resistenza alla rottura nelle operazioni di sgusciatura, un’ottima pelabilità nella fase di tostatura e un ele-vato valore nutritivo ed energetico. Il nocciolo è una pianta caratte-rizzata da notevole rusticità. Preferisce terreni tendenzialmente sciolti, con pH neutro (da 6,8 a 7,2), ma si adatta anche nei terreni acidi e alcalini (fino a pH 8). L’IMPIANTO DEL NOCCIOLETO

La scelta del sesto d’impianto è legata a molti fattori:

la fertilità del suolo

la forma di allevamento scelta la possibilità di effettuare irrigazioni la necessità d’impiego di macchinari, come per esempio

le semoventi per la raccolta meccaniz-zata delle nocciole.

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