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n tutto il Piemonte, ma so-prattutto nelle zone dell’ales-sandrino e nell ’astigiano, nella prima quindicina di feb-braio si sono avute tempera-ture”polari”, dove il termometro ha raggiunto per più giorni va-lori oltre i 20° C sotto lo zero. Non abbiamo a disposizione dati storici che ci permettano di valutare le possibili conseguenze riscontrabili sulle colture a se-guito di un cosi intenso e pro-lungato evento climatico. Da una prima indagine le colture più colpite sembrano essere le pesche, i kiwi, le albicocche, le susine, le ortive e i vivai. Sul nocciolo, oltre ai danni pro-vocati dalla neve, ad oggi risulta difficile valutare gli effettivi pro-blemi provocati dal gelo sulle piante e sulla futura produzione. Occorrerà aspettare la ripresa ve-getativa per poter determinare l’effettiva entità dei danni, pre-stando particolare attenzione alla verifica sui giovani im-pianti.

La Regione Piemonte ha convo-cato nella giornata del 16 feb-braio, presso l’Assessorato del-l’Agricoltura, una riunione per valutare con tutte parti interes-sate, la situazione relativa ai

danni da gelo e le eventuali ini-ziative da intraprendere a favore delle aziende colpite.

L’Assessore Regionale all’Agricol-tura Claudio Sacchetto ha infor-mato i partecipanti di aver prov-veduto alla presentazione della richiesta da parte della Regione Piemonte dello stato di cala-mità.

MARZO 2012

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Confagricoltura

Piemonte

FEASR

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013

Misura 111.1 sottoazioneB Informazione nel settore agricolo

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cessità delle piante di maggiore illumina-zione e arieggiamento.

Anche se poco sviluppati in Piemonte, un ac-cenno va fatto in merito agli “impianti fitti” dove il numero delle piante è molto elevato e l’entrata in produzione risulta sensibilmente anticipata.

Sistema a cespuglio

Sistema policaule caratteristico dei noccioleti coltivati in Piemonte e, in particolar modo nell’Alta Langa, dove gli astoni messi a di-mora in autunno vengono in primavera capi-tozzati a livello del terreno.

A seguito delle operazioni di capitozzatura, i germogli emessi vengono selezionati in base alla loro vigoria e posizione e i 5-6 che rimangono serviranno a dare vita al nuovo cespuglio. Sistema di allevamento semplice da realizzare, ma di difficile operatività nella fase di pulizia basale della pianta, viene generalmente scelto negli impianti si-tuati ad altitudini più elevate e nei terreni meno fertili.

Sistema di allevamento a vaso cespugliato

È un sistema impalcato all’altezza 30-40 cm dal terreno. Questo permette, a differenza del sistema di allevamento a cespuglio, di effet-

tuare facilmente le operazioni di spollona-tura e di pulizia alla base della pianta. L’astone messo a dimora in autunno viene capitozzato a 30-40 cm.; l’anno successivo, scelti 4-5 rami vigorosi opportunamente orientati, si dà forma al vaso.

Il vaso cespugliato è il sistema di alleva-mento, che fa coesistere le esigenze di svi-luppo vegetativo delle piante con quelle tec-niche operative dell’agricoltore.

Sistema di allevamento ad alberello

È un sistema di allevamento monocaule che, soprattutto nelle zone dell’alessandrino e dell’astigiano, negli anni novanta, ha trovato particolare sviluppo.

Presenta un unico astone dal quale si dira-mano 3-4 branche principali. L’astone viene capitozzato a 70-80 cm da terra e da qui si scelgono i germogli meglio orientati che an-dranno a formare l’alberello.

Particolarmente adatto nelle zone pianeg-gianti, dove buona parte delle operazioni colturali vengono eseguite meccanicamente, richiede però più tempo e manodopera per le operazioni di potatura rispetto agli altri si-stemi di allevamento precedentemente illu-strati. DANNI DA GELO

Gianluca Griseri

Responsabile Tecnico Ascopiemonte

Organizzazione Produttori Frutta a Guscio

Tel. e Fax 0141.843589 e-mail: serviziotecnico@ascopiemonte.it

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