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settembre 2013

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Confagricoltura

Piemonte

FEASR

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

Attività di informazione anno 2012-2013 che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla Misura 111.1 sottoazione B

Informazione nel settore agricolo del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Piemonte

A

quindici anni dalla sua comparsa o, meglio, dalla sua irruzione nei vi-gneti alessandrini, la Flavescenza Do-rata continua a essere un argomento “caldo” che come nei migliori programmi di avan-spettacolo ospita sul proprio palcoscenico, a turno, voci di provenienza e contenuti diversi e a volte discordanti. All’inizio dell’emer-genza, nel 1998, alcuni ricercatori, facendosi scudo della propria credibilità, negavano ad-dirittura l’esistenza stessa della malattia met-tendo in discussione i trattamenti insetticidi come metodo di contenimento delle infe-zioni e facendo perdere tempo prezioso e possibilità di successo al controllo della Fla-vescenza.

Purtroppo oggi, è evidente e chiara a tutti l’esistenza e la pericolosità della malattia come la necessità di giungere il prima possi-bile a una soluzione. Per questa ragione è ri-sultata importante una chiacchierata alla quale hanno partecipato i principali attori del coordinamento dell’emergenza Flave-scenza in provincia: Paola Gotta del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte, Gi-sella Margara dell’Assessorato Agricoltura di Alessandria, Marco Castelli del Comitato di Coordinamento per la Difesa Fitosanitaria delle Colture in Provincia di Alessandria (Condifesa), Alberto Pansecchi , Marco Visca e Fabrizio Bullano rispettivamente di Coldiretti, Confagricoltura e Confederazione Italiana Agricoltori hanno voluto approfon-dire il discorso partendo da considerazioni concrete e accertate.

Sono oltre venti i tecnici che si occupano di Flavescenza dorata nell’alessandrino. Sono tecnici delle Associazioni Agricole Provinciali coordinate dal Condifesa, dei Consorzi di va-lorizzazione e difesa (Moscato, Gavi, Colli Tortonesi) e dell’Assessorato Provinciale Agricoltura di Alessandria oltre ai liberi pro-fessionisti collaboratori del Settore Fitosani-tario Regionale, l’Ente della Regione Pie-monte preposto all’applicazione della nor-mativa relativa alle malattie delle piante e quindi anche del Decreto Ministeriale di lotta obbligatoria alla Flavescenza dorata. A nome di tutti loro intendiamo tentare di chiarire attraverso questo quotidiano il pro-

blema Flavescenza dorata, consapevoli che un articolo non è assolutamente sufficiente a spiegare i vari meccanismi in gioco, che in-vece sono stati più volte esposti – e molto chiaramente – in vari convegni e incontri con i viticoltori, spesso purtroppo disertati. Innanzi tutto capiamo la preoccupazione dei viticoltori: la loro preoccupazione è anche la nostra; è per questo motivo che da tecnici, avendo ben presente la situazione, fin dal 1998 stiamo lavorando per prevenire la diffusione della Flavescenza dorata. Occorre subito chiarire che la Flavescenza dorata è una malattia contro la quale non ci sono rimedi, cure o medicine: è una malattia incurabile. L’unica modalità di difesa della vite è la lotta all’insetto vettore Scafoideus ti-tanus che trasmette la malattia da piante col-pite a piante sane. Questo è il primo punto fondamentale. Per difendere la vite dall’in-setto occorre effettuare trattamenti insetticidi che, quindi, non hanno come obiettivo la cura della malattia, ma la prevenzione degli attacchi del vettore della malattia, lo sca-foideo. Data la sua diffusione nel territorio vitato alessandrino scientificamente si ritiene che non sia eradicabile, ma che sia necessario imparare a convivere con la malattia. Per la sua pericolosità, la Flavescenza dorata

fin dal 2000 è assoggettata a una lotta obbli-gatoria su tutto i territorio nazionale. La lotta obbligatoria, senza entrare in dettagli, pre-vede: da due a quattro trattamenti insetticidi e l’estirpo delle piante ammalate o della ve-getazione che porta i sintomi della malattia. Questi interventi di profilassi sono in vigore, come detto, in Italia, e in Piemonte, dal 2000.

Negli ultimi anni la situazione in alcune zone, Astigiano e Roero ma anche nella Pro-vincia di Alessandria sembra davvero essere senza controllo.

A nostro parere sono due le ragioni principali che spiegano la recrudescenza della malattia. La prima è che le linee di intervento non sono state seguite da tutti. Molti hanno (forse) iniziato ad eseguire i trattamenti in-setticidi nel 2005 e nel 2006 e forse anche dopo e forse non sempre. Questo ha per-messo allo scafoideo di diffondersi anche nelle aree non coltivate ma con presenza di vite spontanea portando in tali aree spesso anche il fitoplasma; da tali aree lo scafoideo ritorna nei vigneti trasmettendo la malattia alle piante sane. Queste mostrano i sintomi della malattia anche alcuni anni dopo l’infe-zione: questo periodo di latenza ha infatti durata estremamente variabile e rappresenta

Pubblichiamo integralmente, per maggiore chiarezza e trasparenza, l’articolo che i tecnici che si occupano dei monitoraggi dell’insetto vettore della Flavescenza dorata hanno scritto per la pubblicazione su “La Stampa” in risposta agli articoli comparsi sul quotidiano lunedì 26 agosto. Sul numero di giovedì 5 settembre lo stesso giornale ne ha pubblicato un estratto che abbiamo ritenuto incompleto.

Flavescenza Dorata: più serietà e competenza

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